COL
465172 2 - 19 APRILE 1989
Mira Mare 19.4.89 (LP, Album)
CBS CBS 465172 1 Europe 1989
Mira Mare 19.4.89 (CD, Album)
CBS CBS 465172 2 Europe 1989
Mira Mare 19.4.89 (Cass)
CBS CBS 465172 4 Netherlands 1989
Mira Mare 19.4.89 (LP, Album)
CBS CBS 465172 1 Italy 1989
Mira Mare 19.4.89 (CD, Album, RE,
Dig) Sony Music, Columbia 88843067602 Italy 2014
Prodotto
da Fio Zanotti. Produzione esecutiva
Filippo Bruni. Fotografie: Peppe
D'Arvia. Artwork Studio Vertigo. Registrato
allo studio UMBI di Modena da Maurio Maggi. Mixato
allo studio Morning di Milano da Renato Cantele. Mastering
effettuato allo studio IDEA TRANSFER di Milano da Daniele Delfitto
|
Nei
tempi del look esasperato, del consumismo sfrenato e degli acquisti
grandi firme, arriva questo disco che, nella migliore tradizione
dylaniana, insieme alle sue note lancia sassi pesanti come macigni. E’
un disco denuncia contro gli anni Novanta. Si presenta come una lettera
di protesta con luogo, data e mittente: “Miramare, 19.4.1989.
Francesco De Gregori” e con un P.S.: “Ecco, fare canzoni allarmanti,
dare ai ragazzi qualcosa di cui discutere, fare in modo che le canzoni
siano la risposta ad uno stimolo che i ragazzi di oggi hanno, questo mi
piace e credo sia molto importante, oggi.”.
“Credo
che parlare con maggior chiarezza, in maniera più diretta, abbia
innanzitutto bisogno di un'operazione su se stessi; devi cercare di
superare il naturale pudore di dire una parola come ladro, come succede
per esempio in una canzone come Dottor Doberman, riferita ad uno che non
paga le tasse e fa aborti clandestini. Dipende dalla propria
sensibilità, comunque; io ad esempio trovo immorale un medico,
obiettore di comodo, che poi pratica gli aborti clandestinamente nella
sua clinica privata, trovo che sia grave quanto la distruzione della
foresta amazzonica o come altri temi più grandi per i quali ci si è
mobilitati in questi anni. Voglio dire, insomma che non esiste solo la
grande politica, esiste una politica di tutti i giorni, fatta di cose
piccole e riconoscibili, per le quali la gente si indigna. Scegliere le
parole. (F. De Gregori)
In
questa società che manda musica da mangiare attraverso una radio
manipolata da Mastro Lindo, ci sono sterminate e refrattarie distese di
topi che
giocano a nascondino e sorridono dalle finestre, aspettando che i loro
loschi affari vengano legalizzati e che tutto ciò diventi una regola.
Possono
nascondersi fra la gente, vestire alla moda, rubare per quarant'anni,
dirigere una grande azienda, ma non mi piacciono nemmeno un poco e
grazie al cielo io non piaccio a loro. E’ una società in cui, l’indomani,
ritroviamo la cena della sera precedente nella spazzatura che è nelle
reti dei pescatori e non vogliamo più mangiare la carne di pappagallo
che ci offre il venditore di perline con la sua claque. E’ una
società che se ne frega, che accetta tutto con rassegnazione, che
affronta con indifferenza e cecità i problemi reali, una situazione
dalla quale è necessario uscire al più presto. E’ urgente passare la
notte ed aspettare il mattino, sperando che tutti si sveglino e il bosco
si riprenda le case. E al mattino la luce sarà immensa.
Ma
com’è la luce nell’immenso mondo? George Bush padre è il
Presidente USA. Premio Oscar a Gabriele Salvatores per Mediterraneo; il
giorno di Natale, in Albania, il dittatore Nicolae Ceausescu e la moglie
Elena vengono condannati a morte; ci governa De Mita e poi Andreotti con
una coalizione politica DC, PSI, PSDI, PRI, PLI.; il 4 giugno studenti
cinesi vengono massacrati a Pechino in Piazza Tienanmen, dopo aver
lanciato slogan a favore della democrazia e della libertà di parola;
viene eletto a Mosca Boris Eltsin; il primo ministro Li Peng annuncia
l'intervento delle forze armate per ristabilire l'ordine pubblico, ma la
popolazione impedisce all'esercito di entrare a Pechino. Finisce in un
bagno di sangue tra i contestatori; il 9 novembre cade il Muro di
Berlino, la Germania non è più divisa; la petroliera Valdez causa una
strage ambientale in Alaska, perdendo oltre 250.000 barili di olio
greggio dalla propria stiva; gli USA invadono Panama per catturare il
generale Noriega, accusato di spaccio di droga nel territorio americano;
un tremendo terremoto causa miliardi di dollari (ma poche
vittime) nella zona di San Francisco; il direttore del carcere romano di
Rebibbia denuncia di essere stato gambizzato da un commando delle Br.
Giorni dopo viene arrestato per essersi inventato tutto; due caccia
''F-14 Tomcat'' della marina militare statunitense abbattono due ''Mig
23'' libici al largo di Tobruk; Angola: con la partenza dei primi
contingenti (circa 3000 soldati) comincia il ritiro dei 50 mila militari
cubani dal paese. Secondo gli accordi, il ritiro dovrà essere
completato entro la metà del 1991; si conclude il ritiro delle truppe
sovietiche dall’Afghanistan; nel Tibet imponenti manifestazioni
anticinesi sono represse dalla polizia. Il Governo di Pechino proclama
nella regione la legge marziale; al Comune di Roma scoppia lo “scandalo
delle merendine”; nello stadio Sheffield 95 persone muoiono soffocate
o calpestate e 180 restano ferite prima dell'inizio della partita di
calcio Llverpool-Nottingham Forest; Urss: una catena umana di un milione
e mezzo di persone, attraversa per 560 chilometri
Lituania, Lettonia e Estonia, per denunciare il patto Molotov-Von
Ribbentrop, che nel 1939 permise l'annessione all'Urss di questi paesi
baltici; la sonda spaziale Voyager II giunge a 3900 chilometri da
Nettuno, trasmettendo immagini del pianeta; comincia l'esodo di migliaia
di persone in Germania Federale attraverso le ambasciate tedesco
occidentali a Praga e Varsavia; viene eseguita la prima "Laparascopia"
utilizzando una microtelecamera dentro l'addome, che permette di
rimuovere con altri opportuni microscopici strumenti che appaiono su un
video, delle colecisti senza dover aprire chirurgicamente l'addome; per
la prima volta viene eletto un sindaco nero a New York, é David Dinkine;
il segretario del Pci Occhetto a Bologna annuncia la volontà di
cambiare nome al Pci dando vita ad un nuovo partito della sinistra: “Partito
democratico della sinistra”, l’evento avverrà a Rimini nel 1991; a
Segrate si svolge il primo congresso della Lega Lombarda. Viene eletto
segretario per acclamazione Umberto Bossi; termina lo smantellamento dei
260 Km di filo spinato lungo il confine tra Austria e
Cecoslovacchia. E’ la fine della “cortina di ferro” e il
drammaturgo Vaclav Havel è eletto Presidente; "Time" proclama
Mikhail Gorbaciov "uomo del decennio”; premio Nobel per la pace,
che quest'anno va a Tenzin Gyatso, il 14° Dalai Lama; cominciano le
esternazioni del picconatore Cossiga; arrivano le prime lettere del
"corvo di Palermo", che dall'interno del Pool antimafia
criticano l'operato del giudice Falcone; Ligato, l'ex presidente delle
Ferrovie coinvolto nello scandalo delle "lenzuola d'oro" viene
assassinato; impazza in tutto il mondo un nuovo ballo: la lambada;
muoiono Laurence Olivier, Herbert Von Karajan, Michele Cascella, Perez
Prado, Carlo Dapporto, Vittorio Caprioli, Cesare Zavattini, Benigno
Zaccagnini, Leonardo Sciascia, Salvador Dalì, Sergio Leone, Gaetano
Scirea, Carlo Dapporto, Khomeini, Vittorio Caprioli, Luciano Salce,
Silvana Mangano.
Gli
italiani scoprono di essere un popolo di antiquari, vanno in giro a
cercare arredamenti d’epoca con scrupolosa e appena acquisita
competenza, dal mobile in stile Napoleone Bonaparte a quello in stile
Napoleone Terzaparte, tanto decantato da un convinto venditore forte di
aver letto da qualche parte le gesta di un certo Napoleone III (giuro
che mi è capitato davvero!).
I
fratelli Abbagnale sono ancora campioni del mondo di canottaggio; Alain
Prost vince il suo terzo titolo di campione del mondo di formula uno;
l'americano Greg Lemond vince il suo secondo Tour de France e il
campionato del mondo di ciclismo; Joe Montana conduce i San Francisco al
loro 3° Superbowl; Marco Van Basten vince il Pallone d’Oro, il Napoli
vince la Coppa Uefa, il Milan vince la Coppa dei Campioni e la Coppa
Intercontinentale e l’Inter vince lo scudetto con Zenga, Bergomi,
Brheme, Baresi, Ferri, Mandorlini, Bianchi, Berti, Serena, Matthaus,
Diaz. (All. Trapattoni)
In
un effimero benessere (i conti arriveranno dopo) ci vestiamo come se
fossimo a Via Montenapoleone. Tutto dev’essere firmato, anche i
calzini. Di moda vanno anche la pochette per signora, lo stile Made in
Italy, l’enorme cellulare Motorola, il Rolex, il cocker Inglese, il
colletto bianco della camicia celeste e le bretelle, il loden, la pipa e
il Sole24 ore fatto volutamente intravedere dalla borsa Samsonite.
Ma
a “Piazza Affari” si legge anche Millionaire, Affari & Finanza,
Il Denaro, Affari Italiani, Il Mondo, Soloimpresa, Salute &
Benessere, Casa & Cucina, Ville e giardini, Vivere da yuppi senza
rimanere fregati e ….Come diventare ricchi senza essere iscritti al
PSI.
L’uomo
della pubblicità è il dirigente di una finanziaria il cui capo dà
pacche sulle spalle agli scansafatiche o a quelli che sanno come
anticiparlo sul terrazzo dove c’è l’elicottero personale. Lavora
pochissimo e i suoi colleghi sono tutti modelli e top-models. Il nostro
erore è ricco, bello, atletico, sulla trentina, con
giovane moglie e figli ovviamente tutti sani, biondissimi e con gli
occhi azzurri. Fa colazione con la famiglia al casolare quando saranno
già le undici del mattino, senza chiedersi se la Direzione stia già
organizzando la più grande caccia all’assenteista degli ultimi vent’anni.
Con la ventiquattrore (vuota) si infila nella sua nuova Saab (alla
quale, se monta un tetto apribile, è probabile che un caccia si accosti
a testa in giù) e se ne va tranquillo che sarà già mezzogiorno. Dopo
aver fatto spiaccicare il caccia all’ingresso di una galleria, si
lecca i baffi pensando al minestrone surgelato che troverà per cena.
Nelle vicinanze del casello infila la mano in tasca per prendere il
portafogli e pagare il pedaggio ma al posto del portafogli c’è un
fusillo Barilla! Non si è mai capito se lo volesse annusare o
bestemmiasse! Dopo aver pagato una multa corrispondente al tragitto
Bressanone-Lampedusa il suo percorso continua per vallate sconfinate in
splendide giornate di sole e in cui non esiste traffico perché c’è
solo lui. Dopo non aver fatto niente tutto il giorno, la sera ritorna
stanco, fa un po’ di battute idiote alla moglie, sprofonda sul divano
di casa e con grande faccia tosta si chiede: “Marco, 32 anni, reddito
mensile 3.600.000 lire, ma il mio futuro sarà sempre così? Ci vuole
una pensione alternativa!” E se lo chiede, poveretto, quando un
operaio guadagna molto meno della metà del suo stipendio e al 21 di
ogni mese non sa dove sbattere la testa!
Spot
da ricordare sono pure Aiazzone con “provare per credere!”; l’alieno
che va dal fotografo col rullino e dice "Ciripiripì Kodak";
la contessa in giallo che si fa accompagnare da un ingenuo Ambrogio che
non ha mai capito cosa fossero i languorini; un pazzo che vuole restare
a vivere in un supermercato e “la città dell'amaro Ramazzotti, la
città di chi vive e lavora, la città della vita, di una giornata che
non è mai finita, questa Milano da vivere, da sognare, da godere,
questa Milano da bere!”
Giochiamo
con i Tottles, Teddy Ruxpini, Paciocchini, Mio MiniPony, La Baby
Sirenella, Baby Bua, BebiMia.
Il
Premio Strega va a Giuseppe Pontiggia con La grande sera e il Campiello
va a Francesca Duranti con Effetti personali.
Oltre
a Salvatores, Oscar per "Rain man", con un grande Dustin
Hoffmann e per "Roger rabbit". Escono nelle sale "Batman",
"Indiana Jones e l'ultima crociata" e "Nato il 4
luglio" lancia definitivamente tra le superstars di Hollywood l’attore
Tom Cruise. Ma vediamo anche il nostro Oscar Nuovo Cinema Paradiso, Mery
per sempre, Palombella rossa, Turner e il casinaro, Always per sempre,
La voce della luna, Il mio piede sinistro, L'attimo fuggente, Il piccolo
diavolo, Un pesce di nome Wanda, Sotto accusa.
Ci
intossichiamo con Kinder Pinguì, i tortellini Rana, Fior di Fragola,
Calippo al limone fragola e Fizz, Blob, Freddolone, Cucciolone, Piedone,
Cornetto Algida Classic o Super Amica Chips. E al tabaccaio chiediamo MS
rosa, Cartier, Dunhill, Trussardi, Multifilter.
In
televisione danno La corrida, Smile, Super classifica show, Super flash,
Tandem, Te la do io l'America, Telemike, Test, Tg l'una, Tra moglie e
marito, Viva le donne, Zig zag, Gianfranco Funari, che fra i ricordi
della coratella che gli preparava ‘su madre ogni tanto grida “Ermanno
(il regista) famme n’primo piano, che vojo vede n’faccia l’amico
che me chiama da Frosinone!”.
A
Sanremo vincono Anna Oxa e Fausto Leali con Ti Lascerò, Il Premio Tenco
lo vince Enzo Jannacci con Se me lo dicevi prima, allo Zecchino d’oro
vince "Corri Topolino" e al Festivalbar Raf con "Ti
pretendo".
"Passion"
di Peter Gabriel dà il via alla riscoperta della world-music;
rimpatriata dei Who, celebrata in un concerto a New York; tornano sulla
scena i Jefferson Airplane.
L'avvento
dell'era del computer fornisce il mezzo per i nuovi artisti che trovano
nel sintetizzatore e nei software specializzati lo strumento migliore
per produrre la musica del “copia e incolla”, senza l’aiuto di
altri musicisti in sala di registrazione. In pratica, in questo modo
ognuno di noi può farsi un disco in casa propria. Sì in modo
artigianale, ma senza costose attrezzature.
In
Italia si diffonde un nuovo fenomeno underground, non legato a nessuna
casa discografica. E' il popolo di ragazzi punk e ragamuffin, collegato
al fenomeno sociale dei Centri Sociali. Il nostro rock riceve un nuovo
impulso grazie ai toscani Gianna Nannini e Liftiba, e a Vasco Rossi.
Ascoltiamo
Viva la mamma, Like a prayer, Esatto, Ti pretendo, C'è da spostare una
macchina, Belfast child, Personal Jesus, I want it all, Ti lascerò,
Almeno tu nell'universo, Lullaby, Cosa resterà degli anni 80, Angel of
Harlem, She drives me crazy, La Notte vola, You on my mind, Don't ask me
why, Do you believe in shame?, Partyman, I drove all night, Dr. Jazz e
Mr. Funk, The Invisible man – Queen, Diavolo in me, This one.
Gli
album più venduti in Italia sono Oro incenso & birra, Liberi
liberi, Foreign affair, Money for nothing, A new flame, Abbi dubbi, Like
a prayer, Lambada, Ancient heart, Street fighting years, Sleeping with
the past, Batman, The seeds of love, Crossroads, The miracle, Shooting
rubberbands at the stars, Uiallalla, Reg strikes back, Flowers in the
dirt, Disintegration.
Tormentone
dell’estate: Lambada, dei Kaoma.
|
Avrebbe potuto e dovuto essere un capolavoro, questo album. Purtroppo per
Francesco De Gregori, non lo è. Perché, ad una incisività nei testi che forse
mai Francesco aveva toccato, si contrappone una serie di musiche non molto
convincenti, con sovrabbondanza di arrangiamenti laddove la crudezza dei temi
toccati avrebbero meglio funzionato con arrangiamenti più scarni e meno
pomposi.
Non che le canzoni non siano belle, anzi, ma è stato dimostrato nelle
esibizioni dal vivo, spesso con meno abbellimenti e meno fronzoli, come queste
canzoni siano pezzi dal taglio decisamente rock, cosa che sul disco non è stata
rimarcata a sufficienza.
Ad esempio "Bambini Venite Parvulos" che apre il disco, è stata
riproposta live in "Fuoco Amico" e il risultato è decisamente
superiore, un potentissimo attacco al consumismo che non ha certo bisogno di
arrangiamenti laccati.
Su "Miramare", altro pezzo, in sé, bellissimo, non so fino a che
punto ci fosse bisogno di quella tastiera appicicosa. Fortunatamente Francesco
salva il pezzo con una splendida armonica.
"Dottor Dobermann" è un brano in levare che parla di quei simpaticoni
di medici che in privato praticano l'aborto clandestino e in pubblico fanno gli
obiettori di coscienza. Anche qui però l'arrangiamento è poco convincente e
anche lui canta versi molto pesanti e diretti con l'aria di stare scherzando.
A salvare l'album ci pensa "Cose", probabilmente l'unica vera perla
del disco con una musica che fila via che è un piacere, con una grande
interpretazione di Francesco, attento a cogliere le sfumature e i chiaroscuri
del testo.
Un altro pezzo con molta "vis" polemica è "Pentathlon", io
mi sentirei uno schifo se fossi colui al quale il pezzo è diretto, tanto è
carico di astio e di livore ("Tu non mi piaci nemmeno un poco e grazie al
cielo io non piaccio a te"), ma anche qui se l'arrangiamento fosse stato un
po' più duro non ci sarebbe stato nulla di male.
Non male, invece, "300.000.000 Milioni di Topi", una ballata leggera,
un pezzo che parla dei topi come simbolo del marcio della società odierna,
oppure che, visto che ci tocca avere a che fare con certi loschi personaggi, a
questo punto, tanto vale fare la conoscenza di questi animali.
"Vento dal Nulla" parla di paura e speranze, di tramontane che passano
e travolgono tutto. Bellissimo il lavoro di Elio Rivagli alla batteria.
"Carne di Pappagallo" risente del difetto di gran parte del disco,
ovvero laddove il testo parla di fatica, sudore e sacrificio, la musica è
patinata oltre ogni dire, peccato.
Chiude il disco una canzone sullo stile de "La Storia", avrebbe dovuto
essere solo voce e piano "Lettera da un Cosmodromo Messicano", ma il
tutto viene rovinato da una pioggia di tastiere davvero inutili.
Peccato, poteva davvero essere un grande disco.
Recuperarono
le reti i pescatori, piene di
spazzatura,
ed umiliati si ritirarono alla
montagna dal mare,
alla montagna dal mare.
E avvicinarono la fiamma alla foresta, fino
a vederla bruciare.
Così ho visto altri uomini fare e
fare cenno di tacere,
fino a vederla bruciare.
Ma io si che mi sono tuffato in
un campo di pallone,
da
un palo all'altro ho volato per
afferrare un pallone,
e le ginocchia di rosso ho colorato.
E quanto al mio povero nome in
quali alberghi l'ho lasciato e quante notti l'ho sentito chiamare?
Prima ancora che il vento cominciasse a soffiare,
prima ancora che il vento cominciasse a soffiare.
Recuperavano le reti i pescatori e
si sentiva cantare un canto, ma erano acqua le parole ed
era triste quel canto.
E ritornavano dal centro della terra
Ed io così ho sognato di loro, portatori di luce ed inventorie cercatori d'oro..
Ma io si che mi sono lanciato, da
un punto all'altro di un amore.
Più di una volta ho volato per
inseguire un amore,
e le mie notti di bianco ho colorato.
E quanto al mio povero cuore, in
quanti alberghi l'ho portato,e quante notti l'ho sentito gridare!
Prima ancora che il vento cominciasse a soffiare,
prima ancora che il vento cominciasse a soffiare,
recuperarono le reti i pescatori, dal profondo del mare.
“L’ecologia
oggi è contemporaneamente un’emergenza e una moda. Non è stato
facile perciò scrivere questa canzone: sono stato combattuto fra l’urgenza
di parlare di queste cose (anzi ho provato addirittura un certo
imbarazzo per non averlo fatto prima) e la sensazione sgradevole di
muovermi comunque su un terreno scivoloso, minato da banalità di ogni
genere e catastrofismi a buon mercato. E’ venuta fuori una canzone
senza aggettivi, piena di dolore e di rimpianto per un mondo collettivo
e personale ormai tramontato: una canzone pre-politica o post-politica,
se vi piace scherzare con le parole, ma non una vera canzone ecologica
perché oggi, credo, l’ecologia è più che mai politica”
Sarebbe andata meglio se fossi andato a "Fantastico".
Vedi, al punto in cui siamo, una canzone come "Dottor Doberman" vive
di diversi elementi: la musica, il testo, la mia voce ed il fatto che vado a
cantarla in TV, nello show del sabato sera, tra Montesano, Baudo e la Cuccarini.
Solo in questa maniera si crea l’evento, ma soprattutto solo in questa maniera
il "cazzotto" arriva anche a chi non se lo aspetta. È dura ma è così:
non ci si può più tirare indietro. PdP – È il vecchio discorso dei tuoi
rapporti con i media, con la televisione in particolare…FDG – Lo so, ma per
la gioia dei miei discografici, sono costretto a cambiare idea: sono sempre
stato critico nei confronti della promozione e soprattutto di quella televisiva,
ma oggi mi accorgo che non se ne può più fare a meno. O così o pomì: per la
gente se non vai in televisione, non è perché non ci vuoi andare, ma perché
non hai successo e neppure ti chiamano. Sembra che ormai sia la televisione ciò
che legittima e completa il nostro lavoro; pare che alle soglie del duemila
questo mestiere non si possa più limitare a scrivere una canzone ed a cantarla:
bisogna forzatamente farla vedere in televisione, sennò non esiste. (FRANCESCO DE GREGORI – (DALLA
RIVISTA BLU)
|
Ci
sono tipo tutti in giro, topi
tutti intorno,
topi mattina e sera, topi
mattina e giorno.
Sudici topi, lucidi, giocano
a nascondino,
fanno tana nel tronco degli alberi, dentro
al nostro giardino.
Ci sono topi sui tuoi capelli, dei
lunghi topi chiari.
Topi sui tuoi capelli.
Ed io ti ho veduto salire, sopra
un altare,
e dire una messa da topi, e
per i topi pregare.
E cucire ho veduto, vestiti
da sposa, per nozze di piombo.
E topi gridare e ballare, sulla
cima del mondo.
Ci sono topi tutti intorno, topi
in Via Frattina,
Traversavano la strada tranquillamente, alle
undici di mattina.
Sterminate distese di topi, refrattarie
ad ogni sterminio,
sorridevano dalle finestre tutte
d'oro e d'alluminio.
Erano i topi del magro cuore, seduti
ad aspettare,
il nostro magro cuore.
Così ti ho veduto dividere e moltiplicare,
Con 300.000.000 milioni di topi, da calcolare.
E trascorrere ho visto fanciulle, con
le guance di pesca,
e pescatori pescare, usare
occhi, per esca.
|
C’è
veramente poco da dire su questa canzone se non che la cifra non l’ho
inventata io, ma è quella che viene da una stima ufficiale più che
attendibile circa il numero dei topi residenti in Italia nell’agosto
del 1988, che è il periodo in cui ho scritto questa canzone. Immagino
che da allora siano aumentati, ma non è colpa mia. Le “fanciulle
dalle guance di pesca” le ho rubate a una vecchia
canzone di Italo
Calvino e Liberovici, che si chiamava, credo ‘Oltre il Ponte’. Se
avete tempo andate a risentirvela.
Beh. non mi esprimo mai dicendo: "Vorrei un certo tipo
di atmosfera". Generalmente si fanno dei tentativi, suonando. Per esempio
nell'album Miramare 19.4.89, ad un certo punto della canzone che si intitola
"300.000.000 di topi", volevo un intervento di pianoforte di un certo
sapore; non sapevo come spiegarlo ed allora ho detto: "Vorrei qualcosa che
ricordi il fraseggio di Elton John su quel dato pezzo". Gilberto
Martellieri allora mi ha capito, anche se ciò che cercavo era poi completamente
diverso dal brano di Elton John in se stesso. Cerco di fare delle citazioni, che
possano dare un'idea di quello che desidero.
Miramare:
"L'ecologia oggi è contemporaneamente un'emergenza e una moda.
Non è stato facile perciò scrivere questa canzone: sono stato
combattuto fra l'urgenza di parlare di queste cose (anzi ho provato
addirittura un certo imbarazzo per non averlo fatto prima) e la
sensazione sgradevole di muovermi comunque su un terreno scivoloso,
minato da banalità di ogni genere e catastrofismi a buon mercato.
E' venuta fuori una canzone senza aggettivi, piena di dolore e di
rimpianto per un mondo collettivo e personale ormai tramontato: una
canzone pre-politica o post-politica, se vi piace scherzare con le
parole, ma non una vera canzone ecologica perché oggi, credo,
l'ecologia è più che mai politica"
Pentathlon:
"Questa canzone non è dedicata a nessuno in particolare, non
conosco nessuno che somigli alla persona (o alle persone) che fanno
tutte queste cose, tipo vestirsi alla moda e farsi portare al guinzaglio
e veramente non trovo nulla di criticabile nel comportamento degli
altri, qualunque esso sia.
Trovo che facciamo parte tutti quanti di un bel Presepe, di quelli che
ogni tanto la vigilia di Natale prendono fuoco perché qualcuno ha
voluto esagerare con le luci.
E non ho nulla contro la musica che passano alla radio, né contro
l'ossido di carbonio, né contro il pentathlon inteso come sport."
(De
Gregori-Miramare 19.4.89)
Nessun
calcolo ha nessun senso, dentro a questa paralisi.
Gli elementi a disposizione, non consentono analisi.
E i professori dell'altro ieri, stanno
affrettandosi a cambiare altare.
Hanno indossato le nuove maschere e
ricominciano a respirare.
Bambini venite parvulos, c'è un ancora da tirare, issa dal nero del mare, dal profondo del nero del mare.
Che nessun calcolo ha nessun senso, e poi nessuno sa più contare!
Legalizzare la mafia sarà la
regola del duemila,
sarà il carisma di Mastro Lindo a
organizzare la fila.
E non dovremo vedere niente che
non abbiamo veduto già. Qualsiasi tipo di fallimento ha bisogno della sua claque.
Bambini venite parvulos, c'è un applauso da fare al bau bau. Si avvicina sorridendo, l'arrotino col suo Know-how.
Venuto a vendere perline e a regalare crack!
Sabbia sulle autostrade, ruggine sulle unghie e limature di ferro negli occhi, terra sulle nostre lingue.
Avrei voluto baciarti amore, ancora
un poco prima di andare via, prima di essere scaraventato
in
questo tipo di pornografia.
Bambini venite parvulos, vale un occhio il vostro cuore, mille dollari i vostri occhi, i vostri occhi senza dolore.
Bambini venite parvulos, sangue sotto al sole!
|
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Credo
che sia una delle canzoni più chiare e dirette che io abbia mai
scritto. Erano da un po’ di anni che avevo nella testa questo
rifacimento maccheronico della frase evangelica (a causa della quale,
credo non mi daranno mai una laurea ad honorem in Lettere Classiche),
poi ho scritto tutta la canzone quasi di getto durante una passeggiata
in montagna, senza nemmeno avere una chitarra tra le mani. E’ una
canzone sull’abbassamento progressivo dell’età media dei killers e
delle vittime nel mondo di oggi, e sul fatto che tutti e due portano la
stessa marca di scarpe. E’ una canzone d’amore per i giovani.
«Vi racconto il Francesco
De Gregori segreto»
SCARIO. Era il settembre ’83 quando il militante cilentano di
Lotta continua resisteva all’incalzante yuppismo cullando il suo privilegio:
entrare nella sala di registrazione di Francesco De Gregori....
di Ferruccio Fabrizio
SCARIO. Era il settembre ’83 quando il militante cilentano di
Lotta continua resisteva all’incalzante yuppismo cullando il suo privilegio:
entrare nella sala di registrazione di Francesco De Gregori. Vito Troccoli fu il
primo a ascoltare La donna cannone, testo nel quale il cantante romano forzava
per la prima volta l’ermetico linguaggio dei sentimenti. Lo chef di Scario e
l’autore di “Quattro cani” sono amici per la pelle, da 40 anni. Amicizia un po’
randagia. Come Laika, il meticcio che il giovane De Gregori trovò per strada e
portò con sé. Poi il Pci sparì e venne il tempo dei maremmani. Uno finì in
regalo a casa Troccoli dopo una prodigiosa cucciolata nella fattoria umbra del
cantautore. Intanto i due erano diventati compagni di viaggio da un pezzo. Dai
tempi dell’università.
«Ci conoscemmo a Roma nel ’77, io ero nel
movimento di estrema sinistra, lui stava con il partito di Berlinguer. Gli anni
del collettivo politico, delle donne. Un giorno venne a Scario con un mio amico
carissimo, Rossi, avevo 26 anni e studiavo Matematica dopo essere stato sergente
nella Marina. Mi sono laureato ma non mi va di parlare dei miei titoli.
All’epoca, quando nel paese si seppe del mio insegnamento, passai tutta l’estate
a fare ripetizioni…».
Dieci anni fa la replica, una sera di dicembre.
Francesco mi fece una sorpresa: “Vieni,
andiamo a Trastevere”. In via Gregorio VII trovai la sua band pronta, ascoltai
in anteprima l’album Calypsos. Fu una magica notte.
Chef, matematico e rivoluzionario…
Lo chef è mia moglie, io ho deciso di fare il
ristorante Lo Zifaro a tempo pieno dal ‘79.
Tempi cambiati, ora fate a gara a chi indovina i quiz davanti
alla tv
E’ vero, con Francesco mi sono scambiato le
risposte ogni sera sull’Eredità di Amadeus, ma sono quattro anni che non lo
facciamo.
Perché De Gregori ha riabilitato Craxi, dopo averlo definito
peggio di Nerone?
Chi non ammette i propri sbagli è un
ignorante, con la politica attuale che c'è in Italia lo rimpiango anche io
Craxi. Mussolini lo odio ma chissà che tra 10 anni ci faranno rimpiangere anche
lui.
Della politica attuale Craxi non è stato il seme?
Francesco ha visto come vanno le cose oggi in
Italia e l'ha rivalutato.
Al pubblico è apparso sempre un po’ scostante, saccente
Non lo è più. E’ diventato più malleabile.
Credo lo abbia cambiato il tour che ha fatto con Lucio Dalla.
Ora firma anche gli autografi
Ma hai visto il duetto con Checco Zalone? De
Gregori negli anni ‘70 non l'avrebbe mai fatto.
Una canzone concepita a Scario?
Il testo musicale de Il canto delle sirene,
l’ispirazione gli è venuta qui
Troccoli, De Gregori e il mare del Cilento.
Lenza a traino, usciamo per le battute di
pesca. Ci rivedremo a marzo per il nuovo tour.
http://lacittadisalerno.gelocal.it/tempo-libero/2016/01/07/news/vi-racconto-il-francesco-de-gregori-segreto-1.12740753.
Carne
di pappagallo, non vogliamo mangiare più.
Signor Padrone, signor Padrone.
Quando il giallo di questo sole,
di questa fetta di melone.
Quando il giallo di questo sole, diventerà
arancione.
Quando arriverà la sera, dietro
ai tuoi tacchi di padrone.
Signor padrone, signor padrone,
non ne vogliamo mangiare più.
Signor padrone, signor padrone,
non ne vogliamo mangiare più.
Tutta la vita lasciata andare,
tutta la vita signor padrone,
dietro a queste traversine.
Da non vederne più la fine ma non ancora la fine,
tutta la vita senza una destinazione.
Quando la rabbia e la preghiera,
diventeranno ragione.
Signor padrone, signor padrone,
non ne vogliamo mangiare più.
L'ho visto bene con i miei occhi,
venire giù dal cielo,
un angelo di metallo che pareva vero.
E una ragazza con un guinzaglio
e un collare d'argento,
e l'ho sentito con le mie orecchie,
contare fino a cento.
E allora signor padrone, non
ne vogliamo mangiare più,
signor padrone, signor padrone,
non ne vogliamo mangiare più.
Carne di pappagallo, non vogliamo mangiare più,
signor padrone, signor padrone.
Quando il rosso di questo sole,
di questa scheggia di mattone.
Quando il rosso di questo sole,
diventerà marrone.
Quando il legno di questa foresta,
diventerà carbone.
Signor padrone, signor padrone,
non ne vogliamo mangiare più.
L'ho visto bene con i miei occhi,
scendere giù dal cielo,
ed esplodere senza suono, come se fosse vero.
E dividersi questa pianura,
fra stelle e scintille.
E l'ho sentita con le mie orecchie,
contare fino a mille.
E allora signor padrone, non ne vogliamo mangiare più.
Signor padrone , signor padrone,
non ne vogliamo mangiare più
“Uno si potrebbe domandare: “ma perché proprio
di pappagallo”? Perché è variopinta e dura da mangiare.”
(De
Gregori-Miramare 19.4.89)
E'
come il giorno che cammina, come
la notte che si avvicina,
come due occhi che stanno a guardare
da dietro a una tenda e non si fanno notare.
E' come un albero nel deserto, come
un trucco non ancora scoperto, come una cosa che era meglio non fare, come il cadavere di una stella, sulla schiuma del mare.
E' fulmine, è grandine, è polvere è siccità, acqua che rompe l'argine
e
lascia una riga nera al primo piano di una città.
C'è qualcuno che bussa, baby
aspettavi qualcuno?
Ho guardato di fuori baby
e non ho visto nessuno!
C'è qualcuno che bussa, baby,
e muove la coda.
c'è qualcosa che passa
in questa stanza vuota.
Come una sagoma sul pavimento, come
sabbia sotto al cemento, come una magra malattia,
come
il passato in una fotografia.
Come una terra che diventa straniera, come
il mattino che diventa sera, sera di un giorno di festa e di pioggia,
che diventa tempesta.
Come un lungo saluto, come
un sorriso che dura un minuto,
come uno sguardo buttato al futuro, come
un'occhiata al di là del muro.
E' venuto qualcuno, baby,
che non si è presentato. E' venuto lo stesso, baby,
ma non era invitato. E' venuto qualcuno, baby,
che ci guarda e sta zitto. E c'è qualcosa che cambia,
sotto a questo soffitto. E' come il giorno che cammina,
anzi è la notte che si trascina.
Come una nuvola sulla coscienza, come
l'apocalisse in un racconto di fantascienza. Come dal nocciolo di un'esplosione,
come
dal chiuso di una nazione, come dal coro di una cattedrale o dalla tana di un animale.
Come dal buco di una chiave, come dal ponte di un'astronave. Come io e te che stiamo a guardare, tutte queste cose...
...passare!
C'è qualcuno che bussa, baby
aspettavi qualcuno? Ho guardato nel buio, baby,
e non ho visto nessuno. Troppe volte zero, baby,
non vuol dire uno. C'è qualcosa che brucia,
in tutto questo fumo.
E’
un elenco, un indice: potrebbe anche essere l’indice di tutto questo
disco. E’ una canzone scritta da un uomo molto nervoso che sta
aspettando qualcosa, o peggio qualcuno, o peggio ancora, qualcuno che
potrebbe essere qualcosa. E quest’uomo non conosce niente e nessuno e
non sente niente se non dei piccoli rumori familiari e inquietanti, tipo
dei colpetti dati dalla coda di un cane sulla parete dell’ingresso di
casa (e l’ingresso è in fondo a un lunghissimo corridoio); oppure dei
piccoli infarti, dei minuscoli allarmi, come dei trascurabili ma
inspiegabili cortocircuiti. Per quanto riguarda i versi finali (ndr:
troppe volte zero baby, non vuol dire uno…), vi devo dire che mi fanno
pensare a due cose molto diverse tra loro e cioè a una rosticceria in
Via Jenner a Roma durante gli anni ’60 e a Giovanna D’Arco.
|
"Si' , ora canto la mia opposizione"
la Repubblica - 9 maggio 1989 - di Ernesto Assante
Francesco De Gregori ci parla del suo concerto di piazza del Popolo
alla manifestazione del Pci
ROMA Si è trattato di un concerto politico, perché la collocazione
era indubbiamente politica, perché le canzoni che ho cantato erano
politiche. E' Francesco De Gregori che parla, all'indomani del suo grande
concerto di Piazza del Popolo, sabato, che ha concluso la manifestazione
del Pci dedicata al Coraggio di essere giovani. Mi piace sottolineare che
il concerto non era un'aggiunta alla manifestazione, non era una sorta di
gadget che il Pci offriva a chi partecipava alla giornata, ma una cosa
completamente fusa con la manifestazione, con i temi che hanno chiamato i
giovani in piazza e le canzoni che ho cantato erano nella manifestazione
stessa. Ecologia e disoccupazione. Insomma una chiara scelta di campo.
Sì, perché, ad esempio, non si può essere a favore dell'ecologia e non
sapere chi è stato responsabile della politica ambientale in questi anni,
non si può essere contro la disoccupazione ed approvare una politica che
ha creato disoccupazione. Essere d'opposizione, in Italia, vuol dire
essere schierati da una parte ben precisa, ed oltretutto io credo che il
Pci oggi voglia essere un punto di riferimento per tutta la sinistra. Le
mie nuove canzoni, il mio nuovo disco, sono lavori di opposizione, si
collocano naturalmente in quell' area. Eppure l' impegno politico sembrava
finito... C' è stato un lungo periodo, più di dieci anni forse, in cui
la moda o il look sono diventati più importanti dell'impegno. Oggi è
già una situazione molto diversa, chi ha venti anni la pensa diversamente
da chi ne ha venticinque, ha già superato l'epoca del neo-liberismo, del
reaganismo, e anche le fasi goliardiche dell'edonismo reaganiano di
D'Agostino e cose simili, che hanno pagato negli scorsi anni ma che oggi
probabilmente non hanno più senso. Diventerà una moda anche questa nuova
ondata di impegno sui temi sociali, politici ed ambientali? Per me, di
certo, l'impegno non è mai stato una moda, anzi ho sempre fatto dei
dischi fuori moda, perché parlavano di politica, di terrorismo, di
violenza, anche quattro o cinque anni fa, e poi anche se dovesse essere
così, preferisco la moda dell'impegno a quella del disimpegno, e sono
convinto che i giovani che erano in piazza sabato scorso non avevano certo
scelto di esserci solo per moda. Scrivere canzoni politiche, cercare di
parlar chiaro, in maniera più diretta, come ha fatto lei in Miramare, il
suo ultimo disco, è più difficile che in passato? Credo che parlare con
maggior chiarezza, in maniera più diretta, abbia innanzitutto bisogno di
un'operazione su se stessi; devi cercare di superare il naturale pudore di
dire una parola come ladro, come succede per esempio in una canzone come
Dottor Doberman, riferita ad uno che non paga le tasse e fa aborti
clandestini. Dipende dalla propria sensibilità, comunque; io ad esempio
trovo immorale un medico, obiettore di comodo, che poi pratica gli aborti
clandestinamente nella sua clinica privata, trovo che sia grave quanto la
distruzione della foresta amazzonica o come altri temi più grandi per i
quali ci si è mobilitati in questi anni. Voglio dire, insomma che non
esiste solo la grande politica, esiste una politica di tutti i giorni,
fatta di cose piccole e riconoscibili, per le quali la gente si indigna.
Scegliere le parole. In Carne di pappagallo, torna un termine che nelle
canzoni politiche è sempre stato usato, quello di padrone... Padrone non
mi sembra una parola tramontata, di sicuro non lo è il concetto: sono le
grandi compagnie multinazionali che distruggono la foresta amazzonica per
il loro lucro, e come li vogliamo chiamare se non padroni? E ci sono anche
altre parole che vengono dimenticate: in Italia, oggi, c'è chi vive con
uno stipendio di un milione al mese. Non vogliamo chiamarli poveri?
Insomma, scegliere le parole è sicuramente difficile, la paura che ho è
sempre quella di essere frainteso, ma non ho la pretesa di insegnare
qualcosa a qualcuno, di sostituirmi ad un insegnante. La canzone è uno
specchio importante come un film, o un libro, però resta spettacolo,
divertimento. Io scrivo le cose che penso, per comunicare un allarme, per
mettere l'accento sulle cose che succedono. Ecco, fare canzoni allarmanti,
dare ai ragazzi qualcosa di cui discutere, fare in modo che le canzoni
siano la risposta ad uno stimolo che i ragazzi di oggi hanno, questo mi
piace e credo sia molto importante, oggi.
La
tua casa sta in collina, Dr. Dobermann,
sei milioni a metro quadro.
E tua moglie vive come una regina,
anche se vi vedete di rado.
Lei va a letto quasi sempre di mattina,
che tu ti sei già alzato.
Qual è il prezzo, qual è il prezzo Dr. Dobermann,il prezzo che va pagato.
Per le cose che ti secca fare in pubblico,
ma ti rendono bene in privato.
Tanti soldi e poche tasse,
e non c'è scandalo,non è nemmeno peccato.
E' la vita il tuo mestiere, Dr. Dobermann,
il tuo mestiere di mago.
La tua tana sta in collina, Dr. Dobermann,
sei milioni al metro quadro.
E tua moglie sembra proprio una regina,
però è la moglie di un ladro.
Se sei buono andrai all'inferno, Dr. Dobermann, ti stanno già ad aspettare.
C'è il tuo nome sull'elenco, puoi scommetterci,
prova a bussare.
“Se
dovessi fare un video di questa canzone sarebbe certamente un video di
animazione, immaginate un grosso dobermann con uno stetoscopio a posto
del collare che si aggira per i corridoi di una clinica privata con un
camice immacolato e un enorme cucchiaio tra le mani.
Il
bosco piano piano, si riprende le case. Sono immobili gli aeroplani, negli
aeroporti
sotto
la luna.
Ammutoliscono i cani, per la groppa delle montagne, sono disperse le
greggi,
abbandonati i pastori.
Io vivo fuori, in questo
Cosmodromo Messicano.
Tutto è
forte,
è chiaro, il cielo è un gigante, la vita è un acquario sopra di noi.
La luce
è immensa.
Forse
l’ho scritta solo perché trovo affascinante la parola “cosmodromo”,
dal significato così moderno (meglio sarebbe dire forse “contemporaneo”)
e dal suono così antico. E’ la canzone più direttamente
fantascientifica di tutto il disco e la fantascienza, come dice Kurt
Vonnegut Jr. è una scienza che si occupa soprattutto del passato. Ho
immaginato una persona molto sola sull’orlo del duemila che scrive
questa lettera con un’enorme penna d’oca in una grande sala piena di
spine staccate
Puoi
sudare sette camicie, puoi stare fermo a non fare niente
Puoi
nasconderti fra quattro mura, puoi
nasconderti fra la gente.
Puoi
dirigere una grande azienda, o
farti portare al guinzaglio.
Puoi
morire per una scommessa, puoi
vivere per uno sbaglio.
il
nodo della questione lo sai qual è?
Non
cerchiamone una ragione, una ragione non c'è.
Tu
non mi piaci nemmeno un poco,
e
grazie al cielo, io non piaccio a te.
Ti
puoi vestire come dice la moda, e
andare a spasso con chi vuoi.
ti
puoi inventare una doppia vita, per
nascondere gli affari tuoi.
Puoi
buttarti sotto al treno, oppure
puoi saltarci sopra.
e
puoi rubare per quarant'anni e fare in modo che nessuno lo scopra.
Il
problema rimane identico, il risultato lo sai qual è?
Non
c'è niente da recriminare, va
tutto bene, così com'è.
tu
non mi piaci in nessun modo e grazie al cielo, io
non piaccio a te!
Vorrei
dirtelo in un orecchio, cosa
puoi farci con quel sorriso,
con
quel sorriso da passaporto, sempre
incollato sul viso.
Credi
davvero, che ti potrà aiutare,
se
una volta dovessi scegliere da che parte stare?
se
una volta dovessi smettere di bluffare?
E
la radio ci fa ballare, ci manda musica da mangiare,
la
sera scende come un'emergenza sulla città.
La
notte promette bene, piena di ossido e di sirene
è
già pronto il domani, lo stanno consegnando già.
io
sono nato ieri, lo sai senz'altro meglio di me.
I
segreti per restare a galla li conosci meglio di me
ed
è per questo che non mi piaci e grazie al cielo,
io
non piaccio a te
Questa
canzone non è dedicata a nessuno in particolare, non conosco nessuno
che somigli alla persona (o alle persone) che fanno tutte queste cose,
tipo vestirsi alla moda e farsi portare al guinzaglio e veramente non
trovo nulla di criticabile nel comportamento degli altri, qualunque esso
sia. Trovo che facciamo parte tutti quanti di un bel Presepe, di quelli
che ogni tanto la vigilia di Natale prendono fuoco perché qualcuno ha
voluto esagerare con le luci. E non ho nulla contro la musica che
passano alla radio, né contro l'ossido di carbonio, né contro il
pentathlon inteso come sport." In "Bootleg", però, dice
chiaramente che è dedicata ad un atleta degli anni 80. E poi più volte
ha detto di non aver mai nominato l'uomo in questione nè di doverlo
fare..). Alla fine si ipotizzò su Daniele Masala, olimpionico.
'SI'
, ORA CANTO LA
MIA OPPOSIZIONE'
Roma sabato 6 maggio 1989
“Si è trattato di un concerto politico, perché la
collocazione era indubbiamente politica, perché le canzoni
che ho cantato erano politiche.
E' Francesco De Gregori che parla, all' indomani del suo
grande concerto di Piazza del Popolo, sabato, che ha
concluso la manifestazione del Pci dedicata al Coraggio di
essere giovani.
Mi piace sottolineare che il concerto non era un' aggiunta
alla manifestazione, non era una sorta di gadget che il Pci
offriva
a chi partecipava alla giornata, ma una cosa completamente
fusa con la manifestazione, con i temi che hanno chiamato i
giovani in piazza e le canzoni che ho cantato erano nella
manifestazione stessa.
Ecologia e disoccupazione Insomma una chiara scelta di
campo.
Sì, perché, ad esempio, non si può essere a favore dell'
ecologia e non sapere chi è stato responsabile della
politica ambientale in questi anni, non si può essere contro
la disoccupazione ed approvare una politica che ha creato
disoccupazione.
Essere d' opposizione, in Italia, vuol dire essere schierati
da una parte ben precisa, ed oltretutto io credo che il Pci
oggi voglia essere un punto di riferimento per tutta la
sinistra. Le mie nuove canzoni, il mio nuovo disco, sono
lavori di opposizione, si collocano naturalmente in quell'
area. Eppure l' impegno politico sembrava finito...
C'è stato un lungo periodo, più di dieci anni forse, in cui
la moda o il look sono diventati più importanti dell'
impegno.
Oggi è già una situazione molto diversa, chi ha venti anni
la pensa diversamente da chi ne ha venticinque, ha già
superato l' epoca del neo-liberismo, del reaganismo, e anche
le fasi goliardiche dell' edonismo reaganiano di D' Agostino
e cose simili, che hanno pagato negli scorsi anni ma che
oggi probabilmente non hanno più senso.
Diventerà una moda anche questa nuova ondata di impegno sui
temi sociali, politici ed ambientali?
Per me, di certo, l'impegno non è mai stato una moda, anzi
ho sempre fatto dei dischi fuori moda, perché parlavano di
politica, di terrorismo, di violenza, anche quattro o cinque
anni fa, e poi anche se dovesse essere così, preferisco la
moda dell' impegno a quella del disimpegno, e sono convinto
che i giovani che erano in piazza sabato scorso non avevano
certo scelto di esserci solo per moda.
Scrivere canzoni politiche, cercare di parlar chiaro, in
maniera più diretta, come ha fatto lei in Miramare, il suo
ultimo disco, è più difficile che in passato?
Credo che parlare con maggior chiarezza, in maniera più
diretta, abbia innanzitutto bisogno di un' operazione su se
stessi; devi cercare di superare il naturale pudore di dire
una parola come ladro, come succede per esempio in una
canzone come Dottor Doberman, riferita ad uno che non paga
le tasse e fa aborti clandestini. Dipende dalla propria
sensibilità, comunque; io ad esempio trovo immorale un
medico, obiettore di comodo, che poi pratica gli aborti
clandestinamente nella sua clinica privata, trovo che sia
grave quanto la distruzione della foresta amazzonica o come
altri temi più grandi per i quali ci si è mobilitati in
questi anni. Voglio dire, insomma che non esiste solo la
grande politica, esiste una politica di tutti i giorni,
fatta di cose piccole e riconoscibili, per le quali la gente
si indigna.
Scegliere le parole In Carne di pappagallo, torna un termine
che nelle canzoni politiche è sempre stato usato, quello di
padrone...
Padrone non mi sembra una parola tramontata, di sicuro non
lo è il concetto: sono le grandi compagnie multinazionali
che distruggono la foresta amazzonica per il loro lucro, e
come li vogliamo chiamare se non padroni? E ci sono anche
altre parole che vengono dimenticate: in Italia, oggi, c' è
chi vive con uno stipendio di un milione al mese. Non
vogliamo chiamarli poveri? Insomma, scegliere le parole è
sicuramente difficile, la paura che ho è sempre quella di
essere frainteso, ma non ho la pretesa di insegnare qualcosa
a qualcuno, di sostituirmi ad un insegnante. La canzone è
uno specchio importante come un film, o un libro, però resta
spettacolo, divertimento. Io scrivo le cose che penso, per
comunicare un allarme, per mettere l' accento sulle cose che
succedono. Ecco, fare canzoni allarmanti, dare ai ragazzi
qualcosa di cui discutere, fare in modo che le canzoni siano
la risposta ad uno stimolo che i ragazzi di oggi hanno,
questo mi piace e credo sia molto importante, oggi.”
”Il coraggio di essere giovani"
L'evento è stato organizzato da Federazione
Giovanile Comunista Italiana e Partito Comunista Italiano.
Sono intervenuti: Achille Occhetto (PCI),
Gianni Cuperlo (FGCI).
Tra gli argomenti discussi: Fgci, Giovani, Pci
(Grazie a Daniela Gregori, dell'equipaggio del Titanic)
|
(De
Gregori-Miramare 19.4.89)
Passa
la tramontana sotto al ponte,
passa la tramontana, mi batte sulla fronte.
Passa la tramontana, mi picchia il petto,
passa la tramontana, si muore
già di freddo.
Nessuno me lo sa spiegare da dove arriva,
quando passa la tramontana non
si respira.
Passa la tramontana e canta una canzone,
dentro quella canzone ci sta il
tuo nome.
Dentro quella canzone c'è un pò d'amore,
quando passa la tramontana mi
batte il cuore.
Nessuno me lo sa spiegare che cosa sia,
quando passa la tramontana se lo
porta via.
Passa la tramontana, spazza la terra,
passa la tramontana, viene la
guerra.
Si fermano le finestre, si parla un pò più piano,
quando passa la
tramontana ti prenderò la mano.
Quando passa la tramontana, sotto al ponte,
non c'è una nuvola in tutto
il cielo, per tutto l'orizzonte.
Si chiudono le finestre, si accende una sirena,
sarà di ali di passerotto
la nostra cena.
E insieme si farà la notte forse meno scura
e leveremo dal fondo agli
occhi un filo di paura.
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