Dammi da mangiare,
dimmi che posso stare qui.
Non ho soldi per pagare,
ma dimmi lo stesso di si.
E ferma la tua testa nelle mie mani,
e poggia la tua mano
dritta sulla mia schiena.
Dammi da mangiare,
è già ora di cena.
E noi guardiamo da questa finestra la luna.
Ci sono amori disordinati,
nel mio passato e nei tuoi passati
e notti come questa
passate a rubare.
Ci sono alberi sdradicati
e occhi infiniti e cicatrici
che non voglio spiegare adesso.
Dammi da mangiare,
che ti preparo io.
Fammi venire in cucina
che ti cucino io.
E lascia che trascorra la notte
su
quest'altra stazione,
e che nel buio possiamo sentire il respiro del termosifone.
Dammi da mangiare
che ti prendo il cuore.
Lasciami piangere,
lasciami fingere,
lasciami fare.
Ci sono amori dimenticati
nel mio passato e nei miei passati
e notti come questa,
passate a bruciare.
Ci sono figli desiderati
e fidanzati troppo educati
e sentimenti che non voglio fermare adesso.
Dammi da mangiare,
guarda quanta neve...
lascia qualche briciola fuori sul davanzale!
E'
partita da Pescara la tournée estiva del cantautore, che ha la brava Angela
Baraldi come supporter. Con grinta e ironia torna a raccontarci l'Italia alla
deriva. PESCARA - Chiamatemi Francesco: così potrebbe iniziare il concerto di
De Gregori, specie di Ismaele dei nostri tempi, grande narratore dell'Italia dei
disastri e della cattiva coscienza. (…) Preceduto da una coraggiosissima
Angela
Baraldi, che gli farà da supporter per questo tour e che ha affrontato
con grinta, impudenza e spavalderia il pubblico che aspettava il suo beniamino,
De Gregori ha attaccato il suo concerto con esuberante autorevolezza.. (…)
Lontano da certi suoi periodi più bui e pacati, De Gregori ha dato
l'impressione di divertirsi sul palco insieme alla sua band composta da
musicisti solidissimi come Vincenzo Mancuso, Lucio Bardi, Guido Guglielminetti,
Rosario Gagliardo, Orazio Maugeri e Chiara Catalfamo. Ma anche la scaletta è
stata composta con una certa oculata sagacia. (…) Il concerto scorre tra
vecchie e nuove canzoni, con l'eccezione del nuovo pezzo Il bandito e il
campione scritto alcuni anni fa da suo fratello Luigi Grechi, che De Gregori
canta come una ruggente ballata in perfetto stile dylaniano, ma al di là della
brillante energia con cui oggi si esibisce in concerto, lo scarto tra i pezzi
del passato e quello degli ultimi due album rimane piuttosto vistoso.
Curiosamente, proprio perché dotati di maggior senso della cronaca, quelli
recenti rischiano di apparire più datati di quelli vecchi, come accade ad
esempio per La ballata dell'uomo ragno, dove riferimenti a Craxi risentono di
un'inevitabile effetto di saturazione. (ANCHE DE GREGORI SA SORRIDERE - 6 LUGLIO
1993 – GINO CASTALDO).
De
Gregori: faccio il pirata per liberare la musica
(di M. Luzzato Fegiz)
Personalmente
credo che i piu' belli siano quelli che nascono in casa o nei concerti.
Gli U2 o Nirvana insegnano". Cosi' , aprendo un dibattito sul
suono, Francesco De Gregori lancia la sua ultima provocazione: a pochi
mesi dall' uscita dell' album "live" "Il bandito e il
campione" pubblica "Bootleg", ovvero 15 canzoni tratte da
un unico concerto, quello dell' 11 settembre 1993 al Festival Nazionale
dell' Unita' di Bologna.
"E un capriccio d' artista come ogni disco
dovrebbe essere . spiega De Gregori .. Mentre stava per uscire "Il
bandito e il campione" ho ascoltato la registrazione del concerto
di Bologna. A parte la diversita' dei brani scelti c' era una differenza
enorme. In sostanza mi sono reso conto che quanto andava nei negozi non
corrispondeva piu' a cio' che io esprimevo in quel momento. Quel nastro
aveva qualcosa di aperto, di estivo e terribilmente reale". . Ed
era cosi' importante documentare tutto questo? "Si' , come per un
pittore mettere su tela il quadro che ha in mente". Il
"capriccio" viene venduto a un prezzo nettamente inferiore ai
normali album (24.500 lire per il cd e 17.000 per la cassetta). La
coincidenza di parecchi titoli (Come "Il bandito e il
campione", "Adelante adelante", "I muscoli del
capitano", "Titanic"), con l' album pubblicato pochi mesi
fa appare, in un' ottica commerciale, autolesionista. Tuttavia, piu'
delle spiegazioni verbali di De Gregori, convince un esperimento. Quando
l' artista fa girare il disco inserendo qualche confronto fra "Bootleg"
e "Il bandito e il campione" la differenza si sente eccome:
tutto l' anno trascorso insieme alla band sui palcoscenici italiani
acquista una precisa
concretezza sonora. Le amene violenze alla partitura, lo spigliato
happening con i musicisti, tutto suona diverso, rude e clandestino. Si
comincia con una sporca "Povero me" poi "300.000.000 di
topi" con la voce di De Gregori annegata nei suoni della band e nel
sax di Orazio Maugeri. E dopo "Miramare",
"Caterina", e altre, "Stella della strada",
metallica, rimbombante, maleducata fra chitarre che sferragliano,
percussioni e basso che debordano. Un crogiuolo sonoro che spesso divora
le parole. "E che importa . replica De Gregori ., tanto si tratta
di motivi gia' conosciuti. Per conservare questa confusione ho mixato il
disco a
Dublino affidando tutto a un tecnico che non capiva l' italiano
e nulla sapeva di canzone d' autore. Volevo qualcuno che producesse un
suono definitivo che tenesse la voce a un livello giusto di sonorita' e
non di intellegibilita' ". La sequenza forse piu' mirabile delle 15
canzoni e' quella che parte da "Pentathlon" e approda a
"Viva l' Italia" passando per "Viaggi e miraggi" e
"Anidride solforosa" di Dalla, quest' ultima in un
affascinante duetto con Angela Baraldi. Qui si coglie da una parte l'
orgogliosa negazione che esista anche un repertorio minore di De Gregori,
che interessa meno il grande pubblico; dall' altra tanta nostalgia per
un Dalla che non c' e' piu' ... "Sicuramente non accettero' mai una
divisione delle mie canzoni in gironi A e B. Quanto a Dalla e' vero. In
"Anidride solforosa" c' era un' invenzione vocale e di testo,
nato dalla collaborazione col poeta Roberto Roversi, che temo lui stesso
oggi sottovaluti. Ancor prima del tour di "Banana republic" io
andavo a trovarlo in maniera informale in molti concerti. Salivo,
cantavamo insieme quella canzone e io facevo il finale con l' armonica a
bocca.
Chissa' se capisce che grande esempio di musica popolare di
spessore ci sia in "Anidride solforosa". . Ma cos' ha di
speciale questo concerto al Festival dell' Unita' ? "Mah, io ci
leggo la nostalgia di una grande avventura musicale che sta per finire.
Sento la sicurezza degli strumenti disinvolti e affilati, la voglia di
non scendere piu' da quel palco. Peccato che gli artisti debbano alla
fine darsi delle regole, un po' come i frati". . Ma cos' e' questa
mania dei dischi dal vivo? "La voglia di fare una musica che non
sembri ingessata". . Bootleg esce mentre si accendono le luci sul
gran circo di Sanremo. E un caso? "Forse no. Vede,
Sanremo ormai
apre nel mercato un periodo di black out, un buco nero nel fatturato, e'
la grande occasione persa per la musica italiana e per i discografici.
Chissa' perche' loro continuano a sedersi a questo tavolo truccato
sperando che comunque a un certo momento esca il jolly. E non si rendono
conto che, se al posto di Sanremo esistesse una vera manifestazione
davvero in grado di promuovere il meglio della musica italiana, si
venderebbero piu' dischi". . Lei sta parlando del primo
"Festival trasparente". "Chiedo ai Maffucci e ai Baudo,
che continuano ad affermare che questo e' il primo festival davvero
trasparente, in che consisteva la non trasparenza dei precedenti che
essi hanno ripetutamente organizzato e presentato. Su Baudo poi, per uno
che fa il mio mestiere, vale la regola "se lo conosci lo
eviti".
"Caro Francesco, ricordi? Non ci ascoltava nessuno"
Da Merano, dove abbina sci e cure salutiste, Lucio Dalla replica al
collega De Gregori: "Non sottovaluto "Anidride solforosa"
ne' tutto il lavoro fatto con Roversi, senza il quale neanche il Dalla
di oggi esisterebbe. Lo dimostra il fatto che ho combattuto con la Bmg
Ariola per far stampare quel repertorio nella raccolta "Il Motore
del 2000". Ma non ho nostalgia ne' per quelle canzoni ne' per quel
periodo. Perche' erano canzoni che non avevano pubblico e non ne hanno
neppure oggi. Il nostro grande merito e il nostro grande limite era di
non pensare alla fruizione da parte del pubblico. Il che ci rendeva
solitari e sconosciuti ma anche liberi come uccelli". "Cio'
che mi sta a cuore . continua Dalla . e' parlare con la voce di oggi
alle orecchie di oggi. Erano canzoni piu' importanti o meno importanti
quelle create con Roversi rispetto a quelle che canto oggi? Conta solo
essere vivi. Un filo mi lega al quel periodo: secondo me
"Treni" e la stessa "Henna" sono brani che
ricordano, col loro gusto della premonizione, "Anidride
solforosa". Anche quella anticipo' delle problematiche che oggi
sono pane quotidiano". (m. l. f.)
Mario Luzzatto Fegiz
(22
gennaio 1994) - Corriere della Sera
Suona da quindici anni dove lo pagano per suonare,
una vecchia fisarmonica gli può bastare.
Ha gli occhi sempre troppo gentili di uno che beve parecchio
e non si guarda mai alle spalle nè allo specchio
E vive in qualche seminterrato con un gatto per compagno.
Saranno quasi diecimila anni che non fa il bagno.
Non
ha diritto a nessuna pensione perchè non ha lavorato mai,
ha la faccia da mascalzone e non vuole guai.
Fischia quando deve chiamare un amico, chiede scusa prima di andare via
e scappa sempre quando vede in giro la polizia.
I turisti lo chiamano Ulisse ma il vero nome chissà qual è?
Ma a lui gli va benissimo anche quello e se lo tiene per sè.
Gli piacerebbe avere un figlio in America pieno di dollari e di tranquillità,
sistemato nel quartiere
italiano di una grande città,
così potrebbe scrivergli spesso e poi magari un giorno chi lo sa,
montare sull'aeroplano e andare fino là.
Poi quando torna inventarsi di tutto e raccontare quello che gli va,
però l'America è lontana e un figlio non ce l'ha.
La sera quando smette di faticare si sente libero come una piuma,
chiude nel fodero la fisarmonica e ne accende una.
Ma poi pensa "mannaggia alla musica!". Fino a domani gli dice addio,
si siede in faccia al golfo di Napoli e ringrazia Dio.
|
|
Vincenzo
Mancuso
Nasce a Casteldaccia in provincia di Palermo nel 1953. Chitarrista di
fama nazionale inizia a suonare a quindici anni. Nel 1976 dopo alcune
esperienze musicali e culturali, tra cui una parentesi presso il
cnservatorio di Palermo a studiare flauto, si stabilisce negli States
per approfondire lo studio della chitarra. A New York prende lezioni da
Chuck Waine, famoso session man anni cinquanta che aveva suonato al
fianco di Charlie Parker. Torna in Italia dopo tre anni stabilendosi a
Roma dove comincia a lavorare presso gli studi della Rai suonando anche
in diverse trasmissioni televisive. Le sue collaborazioni artistiche
spaziano dalla musica di tradizione: Claudio Villa, Domenico Modugno (ma
ha fatto anche un film con Franco Franchi) a quella leggera con Anna Oxa,
Nada, Marcella
Bella ecc.. Nel 1979 va in tour con il cantautore Rino Gaetano poi
vittima di uno sfortunato incidente. Dal 1980 al 1984 fa parte del
gruppo dei Camaleonti. Nel 1984 incontra il cantautore romano
Francesco De Gregori con il quale comincia una proficua
collaborazione come chitarrista e nel 1992 e 93 anche come produttore
musicale. Sono da lui prodotti e arrangiati infatti, gli album: “Canzoni
d’amore” (indimenticabile l’assolo su povero me) nel 1992 e il
Bandito e il Campione (con un De Gregori in veste countryrock) nel 1993.
Nel 1992 insieme a Cosimo Scordato e Anselmo Lipari produce il film: “Viaggiu
dulurusu” musical dialettale tratto da una antica novena siciliana sul
Natale con la regia di Pasquale Scimeca. Per l’occasione Mancuso
scrive le musiche assieme a Cosimo Scordato.
Nel 1994 produce l’album Azzardo di Luigi Grechi, fratello di De
Gregori e autore della canzone su Girardengo. Successivamente, sempre in
veste di produttore, lavora a fianco del cantautore Luca Barbarossa
producendo gli album: Le cose da salvare e Sotto lo stesso cielo. Nel
1995 torna negli Stati Uniti per la produzione discografica dell’album
del cantautore-calciatore Alexi Lalas. Nel 1996 suona al fianco del
cantautore catanese Vincenzo Spampinato nell’album il Raccolto e, per
restare in ambito etneo, in alcuni brani dell’album Confusa e Felice
di Carmen Consoli. Successivamente produce l’album del cantautore
Marco Conidi. Nel 1998 collabora all’album live di Loredana Bertè.
Dal 1998 al 2001 fa parte dell’orchestra del festival di Sanremo a
ciò affianca una intensa attività concertistica e di insegnamento.
Attualmente collabora stabilmente con la Country Coop Di Leonardo Bruno,
società madonita di studi di registrazione e impianti audio-video, con
la quale si occupa di musica folk e produzioni musicali. Dal 2004 a Roma
collabora con la scuola Percentomusica; da novembre sarà in tourneè
con Renato Zero.
http://www.percentomusica.com/main/docenti.php?id=57
|