Nato
il 4 aprile 1951 da Giorgio De Gregori, bibliotecario, e Rita Grechi,
insegnante di lettere.
Per un breve periodo diede vita, insieme a quest'ultimo, ad un duo -
Francesco e Giorgio - che per molti versi si rifaceva al duo
statunitense Simon and Garfunkel; il loro repertorio comprendeva
canzoni di Bob Dylan e Leonard Cohen. Sempre con Lo Cascio e la
collaborazione di Antonello Venditti ed Ernesto Bassignano, Francesco
si esibiva al Folkstudio in uno spazio del programma denominato
"I giovani del folk", divenuta poi la denominazione usata
dai quattro per le esibizioni nel resto d'Italia. Il quartetto è
ricordato anche da Antonello Venditti nel celebre verso "Io mi
ricordo quattro ragazzi con la chitarra, e un pianoforte sulla
spalla" che apre la canzone Notte prima degli esami.
Da ricordare che la versione incisa in quest'occasione di Signora
Aquilone presenta il testo originale, così come veniva cantato da
De Gregori dal vivo, e cioè con il verso " ...lui mi disse
"fratello, è cattivo come Dio...." che verrà cambiato
in:" ...è antico come Dio " Francesco De Gregori nel 1974, nella foto interna dell'album Francesco
De GregoriSpinto dai meccanismi della promozione musicale (perché
l'idea fu, in effetti, del cantautore), partecipa al Un disco per
l'estate 1973 con la canzone Alice, classificandosi all'ultimo posto:
l'operazione dà i suoi frutti e permette al suo disco d'esordio di
avere una minima visibilità. Alice non lo sa è invece il titolo del
primo album da solista di De Gregori, che esce nel 1973.
Il grande successo arrivò con Rimmel del 1975, uno dei dischi più
venduti del decennio, contenente uno dei suoi ritratti più riusciti,
l'omonima Rimmel, storia di un addio freddo e distaccato, Pablo
(scritta insieme a Lucio Dalla), Quattro cani e Pezzi di vetro. Al
disco collaborò Renzo Zenobi, che suona tutte le chitarre acustiche
dell'album; così raccontò De Gregori la collaborazione: " Il
mio primo "vero" chitarrista è stato Renzo Zenobi, che
suonava tutto pulitino e mi diceva sempre che dovevo imparare a
suonare meglio la chitarra. Lui eseguiva dei fingerpicking
impeccabili, con tutte le note che suonavano allo stesso livello,
mentre io arrancavo dietro di lui dimenticando pezzi di arpeggi. Mi ha
dato una grossa mano negli album Alice non lo sa e Rimmel, dove suona
tutte le chitarre acustiche"
Torna sulla scena musicale nel 1978 con il riuscito De Gregori, album
contenente la famosa canzone "Generale": l'8 luglio 1978, in
occasione della promozione del disco, De Gregori tiene un concerto con
Lucio Dalla, organizzato da Walter Veltroni (all'epoca responsabile
della F.G.C.I.)[21], concerto che fa da preludio ad una tournée
insieme che si terrà l'anno successivo.
Ormai annoverato da critica e pubblico tra i maggiori cantautori
italiani e soprannominato "Il Principe", prosegue la sua
carriera negli anni successivi pubblicando altri lavori come Scacchi e
tarocchi (1985) - che vede la collaborazione con Ivano Fossati e che
comprende il noto brano La storia (inciso l'anno precedente da Gianni
Morandi) e A Pa', dedicato a Pierpaolo Pasolini - e, passato alla CBS,
Terra di nessuno (1987), contenente, fra le altre, Mimì sarà.
Nel 2002 pubblica insieme a Giovanna
Marini un disco di canti popolari e sociali italiani, Il fischio del
vapore, ottenendo una inaspettata affermazione di vendite e la Targa
Tenco nella categoria interpreti. Sempre nel 2002 è in tour con
Fiorella Mannoia, Pino Daniele e Ron. I quattro si esibiscono nei più
bei luoghi italiani, e da questa collaborazione nasce il CD live In
tour.
Sempre nel 2003 scrive il testo
di Io e mio fratello, musica di Antonello Venditti, i due amici/nemici
la cantano insieme. La canzone finisce nel disco di Venditti del 2003:
Che fantastica storia è la vita. Nel 2012 De Gregori pubblica ben tre dischi, due dal vivo ed uno in studio: Il primo è Pubs and clubs - Live & the Place, album live pubblicato ad aprile, inizialmente solo su iTunes, registrato durante il concerto del 15 dicembre 2011 presso il The Place di Roma andato in streaming gratuito su YouTube e seguito da circa 10.000 persone. A questo fa seguito Vola vola vola, disco live di musiche e canti popolari realizzato con Ambrogio Sparagna in cui nel brano Santa Lucia duetta con Maria Nazionale, celebre cantante napoletana. Intanto il 31 luglio nell'esclusiva sezione Dock Of The Bay del sito web dell'artista compare un video della canzone Sulla Strada come anteprima esclusiva del nuovo disco prossimamente in uscita. Ad ottobre viene pubblicato il nuovo disco del fratello Luigi Grechi, Angeli e fantasmi, in cui De Gregori suona l'armonica a bocca nella canzone Senza regole[43]; è inoltre presente nell'album una canzone scritta da lui, La strada è fiorita. Infine a novembre esce il nuovo disco di inediti, Sulla strada: in quest'album sono contenuti due duetti con Malika Ayane, Ragazza del '95 e Omero al Cantagiro, ed altre due canzoni vedono la partecipazione di Nicola Piovani, che scrive gli archi e dirige l'orchestra in Passo d'uomo e Guarda che non sono io. Il disco a marzo 2013 viene certificato disco d'oro per le oltre 30.000 copie vendute.[45] Sempre nel 2012 alla Mostra del cinema di Venezia viene presentato alle Giornate degli Autori un film-documentario diretto da Stefano Pistolini intitolato Finestre Rotte sul De Gregori attuale, non biografico, attraverso un'estate di concerti come quella 2011 e una serie di conversazioni ai quattro angoli del nostro paese. Tra i colleghi musicisti che compaiono nel film, oltre ai fedelissimi Ambrogio Sparagna e Giovanna Marini, anche Cristina Donà e Vasco Brondi (in arte Le luci della centrale elettrica), che suonarono con De Gregori sul palco del Traffic Festival di Torino dello scorso anno davanti a circa 50.000 persone. Tra il 2012 e il 2013 il cantante si cimenta alla conduzione di alcuni programmi radiofonici. Il 12 dicembre 2012 De Gregori si è trasformato per un giorno nel direttore di Radio Capital, selezionando la programmazione musicale, conducendo alcune interviste sugli argomenti più svariati e cantando alcune canzoni accompagnato da chitarra e mandolino. Dal 7 all'11 gennaio 2013 De Gregori è invece conduttore d'eccezione per una settimana del programma radiofonico Hollywood Party in onda su Radio Tre in coppia con Steve Della Casa. Il 2 febbraio 2013 De Gregori inaugura una nuova e inaspettata collaborazione esibendosi al Palais di St Vincent in compagnia del gruppo valdostano L'Orage e proponendo al pubblico una rilettura in chiave folk-rock di una dozzina dei suoi brani. Il 20 febbraio 2013 la casa editrice Emons ha prodotto un audiolibro sul romanzo Cuore di tenebra di Joseph Conrad, letto dall'artista. Il 4 aprile 2013 durante il "De Gregori Day" in occasione del suo 62esimo compleanno, De Gregori è ospite al Circolo dei Lettori di Torino in compagnia di Steve Della Casa e Gabriele Ferraris dove presenta in diretta streaming Sulla Strada – Photo Edition comprendente anche i testi dell'ultimo album Sulla strada e la nuova raccolta intitolata Oggi disponibile solo su iTunes che raggiunge presto le prime posizioni degli album più venduti. Il 28 maggio 2013 De Gregori apre la Partita del cuore cantando allo Juventus Stadium Ragazza del '95, tratta dall'ultimo album Sulla strada. La stessa canzone viene cantata il 3 giugno 2013 al Foro Italico di Roma in occasione dei Wind Music Awards 2013 trasmessi su Rai Uno durante i quali De Gregori viene premiato per le oltre 30.000 copie vendute dell'ultimo album. Infine il 13 giugno 2013 sul canale YouTube del cantautore romano esce il video ufficiale di Ragazza del '95 in una versione leggermente diversa da quella contenuta in Sulla strada, senza l'apporto di Malika Ayane. Il 30 giugno Francesco partecipa anche al Music Summer Festival - Tezenis Live 2013 in Piazza del Popolo a Roma mentre continua il suo tour estivo per tutta la penisola. Nel 2013 TV Sorrisi e Canzoni ha ripubblicato come Storytelling i 7 album e 2 dvd usciti tra il 2002 e il 2013, con Sulla strada in versione deluxe e 9 brani inediti in download dal sito ufficiale del cantautore romano volti a comporre l'album inedito Unplugged 2.0. Dopo aver annunciato un periodo di allontanamento temporaneo dalle scene, tra il 2013 e il 2014 De Gregori è ospite di diversi programmi in televisione: il 15 dicembre è ospite alla trasmissione condotta da Fabio Fazio Che tempo che fa in cui ha cantato Titanic, Falso movimento, Finestre rotte e Rimmel, mentre l'11 gennaio è il primo ospite del nuovo programma denominato Sogno e son desto, condotto da Massimo Ranieri, con cui ha duettato in La valigia dell'attore e in Viva l'Italia dopo che questo l'ha introdotto cantando La leva calcistica della classe '68. Il 27 febbraio 2014 De Gregori riceve il LA Italia - Excellence Award da Steven Zaillian e da Siedah Garrett al Chinese Theatre di Hollywood, in cui si è anche esibito accompagnato dal suo chitarrista Paolo Giovenchi dopo la proiezione del docu-film sul cantante denominato Finestre rotte di Stefano Pistolini e del web-movie Dress Rehearsal Backstage di Niccolò Bello[55][56]. In un'intervista inoltre il cantautore afferma di aver apprezzato molto il film di Paolo Sorrentino in corsa per l'Oscar al miglior film straniero La grande bellezza e di stare lavorando a un disco con venti pezzi vecchi ricantati e risuonati. A maggio, ad anticipare l'uscita del nuovo album, esce in prevendita sul sito del cantautore il libro "Guarda che non sono io", racconto fotografico di 40 anni di carriera del cantautore. Dopo un anno di lontananza dal pubblico, il 12 settembre esce nelle radio Alice (cantata assieme a Luciano Ligabue), singolo ad anticipare Vivavoce, nuovo album in uscita il 12 novembre con 28 pezzi rivisitati. Il video ufficiale della radio era già andato in onda in televisione qualche giorno prima durante uno speciale sul rocker di Correggio, preceduto da un'intervista ai due. Inoltre vengono annunciati un tour europeo a novembre e nuove date a primavera nei palasport e nei teatri italiani a formare il Vivavoce Tour. Il 7 novembre viene pubblicato il video ufficiale de La donna cannone, secondo singolo estratto il 10 novembre contemporaneamente all'uscita del nuovo album Vivavoce, presentato al pubblico e alla stampa in una puntata speciale di The Flight alla radio RTL 102.5. Per la promozione dell'album, il cantante sceglie un Instore Tour per le librerie Feltrinelli, accompagnato da famosi ospiti (Giorgio Panariello a Milano, Checco Zalone a Bari, Nino D'Angelo a Napoli, Mario Sconcerti a Firenze e molti altri), le cui date sono intervallate dai concerti in Europa e da un fitto calendario di partecipazioni a programmi radiofonici e televisivi come X Factor. A dicembre firma la colonna sonora del nuovo film Sei mai stata sulla Luna?, di Paolo Genovese. Qualche giorno dopo tiene sotto la neve un concerto la notte di capodanno a Cosenza dall'1 alle 3 di notte. L'11 marzo 2015, pochi giorni prima dell'inizio del Vivavoce Tour viene pubblicata dalla casa editrice Emons pubblica un altro audiolibro con la voce del cantautore romano cioè la lettura di America, di Franz Kafka. A dicembre De Gregori firma la colonna sonora del nuovo film Sei mai stata sulla Luna? di Paolo Genovese che l'estate successiva gli vale un Nastro d'Argento e una candidatura ai David di Donatello, mentre poco tempo dopo tiene sotto la neve un concerto la notte di capodanno a Cosenza dall'1 alle 3 di notte. L'11 marzo 2015, pochi giorni prima dell'inizio del Vivavoce Tour viene pubblicata dalla casa editrice Emons pubblica un altro audiolibro con la voce del cantautore romano cioè la lettura di America, di Franz Kafka. Il tour prosegue tutto l'anno, portando De Gregori a duettare tra gli altri anche con Luciano Ligabue nella tappa di Milano al Forum di Assago in ordine in Non dovete badare al cantante, Atlantide, Alice e Il muro del suono, a Roma in piazza del Campidoglio in Viva l'Italia in occasione delle commemorazioni per il 25 aprile e all'Arena di Verona, e ad aprire il concerto di Bob Dylan il primo luglio a Lucca. Il tour si chiude il 22 settembre con un concerto-evento sold out in prevendita[61] all'Arena di Verona denominato Rimmel2015 in cui viene ricantato davanti a 13.000 persone interamente Rimmel per festeggiare i 40 anni dell'album insieme a molti importanti ospiti tra cui Luciano Ligabue, Checco Zalone, Fedez, Elisa, Malika Ayane, L'Orage, Fausto Leali, Renzo Zenobi e Giuliano Sangiorgi. Nel frattempo, in estate, è stato annunciato un nuovo disco di traduzioni di canzoni di Bob Dylan, intitolato De Gregori canta Bob Dylan - Amore e furto e pubblicato il 30 ottobre. Da esso sono stati estratti i singoli Un angioletto come te (Sweetheart Like You), uscito il 2 ottobre, Mondo politico (Political World), uscito l'8 gennaio 2016, e Come il giorno (I Shall Be Released), uscito il 25 marzo 2016. Nella primavera di quest'ultimo anno De Gregori ha intrapreso il tour Amore e furto Tour, che lo ha visto esibirsi nei club e teatri d'Italia. Nel marzo 2016 è stato pubblicato il nuovo album di duetti Ron, La forza di dire sì, in cui De Gregori canta con il collega la canzone I ragazzi italiani, scritta nel 1979 dal cantautore insieme a Lucio Dalla e allo stesso Ron. L'ultimo tour (invernale ed estivo) è Amore e furto tour e il 3 febbraio 2017 esce il doppio live "Sotto il vulcano", contenente il concerto a Taormina del 27.8.2016 del relativo tour.. Nel marzo 2016 è stato pubblicato il nuovo album di duetti di Ron, La forza di dire sì, in cui De Gregori canta con il collega il brano I ragazzi italiani, scritta nel 1979 dal cantautore insieme a Lucio Dalla e allo stesso Ron; nello stesso anno ha partecipato come cantante agli album di Enzo Avitabile, Fausto Leali ed Edoardo De Angelis, di cui produce Il cantautore necessario cantando in La casa in riva al mare di Lucio Dalla. Il 2 dicembre 2016 esce Backpack, cofanetto che riunisce 32 suoi dischi accompagnati da un libro scritto da Enrico Deregibus, mentre nel 2017 è la volta di un nuovo disco dal vivo, Sotto il vulcano. Il 14 settembre 2018 esce il brano Quelli che restano, duetto con Elisa, interamente scritto e composto dalla cantautrice di Monfalcone. Questa collaborazione sancisce la prima canzone incisa da De Gregori, ma non scritta dalla sua penna. Il 2018 è l’anno del film Vero dal vivo, ad opera di Daniele Barraco, il racconto del tour 2018 lungo le strade d’Europa. Nel 2019 il tour con Dopo il successo di pubblico e critica registrato con “Off The Record”, in scena per un mese al Teatro Garbatella di Roma, Francesco De Gregori è pronto per tornare in tour anche nell’estate 2019 in giro per l’Italia accompagnato dalla Gaga Symphony Orchestra, diretta da Simone Tonin e composta da quaranta elementi, oltre al quartetto degli Gnu Quartet, le vocalist Francesca La Colla e Vanda Rapisardi e il percussionista Simone Talone. Nel 2022 la reunion con Antonello Venditti per un Tour che si è svolto nel 2022 e conclusosi nel 2023. Nel 2024 la collaborazione con Checco Zalone con l'album Pastiche. (fonte: wikipedia.it)
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Alcune frasi da ricordare ............
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«A volte mi chiedo se io non sia stato solo un bluff» I marciapiedi di ieri: «Per molto tempo mio padre e mia madre hanno pensato che con il mestiere che avevo scelto, mi sarei trovato presto a vivere in strada». I marciapiedi di oggi: «Ho visto la mia foto in prima pagina mentre con qualche gentiluomo del quartiere spazzavo uno spartitraffico di Roma e mi è parso assurdo. Mi ha infastidito moltissimo. Sembravo Suor Sorriso, mentre in realtà pulire cartacce, escrementi e bottiglie rotte era un gesto assolutamente normale». Ci sono pezzi di vetro e pezzi di vetro: «Non era la prima volta che lo facevo anche se visto il clamore, con ogni probabilità sarà l'ultima, non era una mia iniziativa solitaria, non avevo certo convocato i fotografi e non volevo mandare un messaggio a nessuno». Un ciuffo di giorni ancora e al principio del mese più crudele, Francesco De Gregori compirà 66 anni. Pacchetti di sigarette francesi, quadri alle pareti, riflessioni: «Non so se alla mia età veda le cose in maniera più nitida che da ragazzo, ma oggi so che non pretendere di vederle più così lucidamente è normale e accettabile. A 20 anni mi sembrava che una persona avesse l'obbligo di farsi un'idea del mondo e di darsi una mappa. Adesso credo che rinunciare a questa ambizione confini con l'innocenza e che essere un po' scettici sulla nostra capacità di decifrare ciò che abbiamo intorno, tranquillizzi. Paradossalmente è lucidità anche questa: sapere di non sapere». La pretesa di decifrare coincideva con la presunzione? «Era solo naturale. A 30 anni hai un certo passo e una certa velocità: vedi l'autobus passare e lo insegui. A 66 anni no, aspetti quello successivo perché sai che l'esistenza non cambia e non perderai più l'appuntamento della tua vita». e si guarda indietro prova più orgoglio o tenerezza? «Ho seguito il corso della mia vita e mi è capitato anche qualche colpo di fortuna. Ho avuto talento e sorte, ma non so in quale ordine». Fortune? «Nascere a Roma, avere il Folkstudio e la Rca a portata di mano e potrei continuare a lungo. Se fossi stato di Crotone, come Rino Gaetano, sarebbe stato tutto più difficile». Lei è considerato tra i più grandi cantautori italiani di sempre. «C'è gente che mi stima molto, ma sono veramente stato così bravo come dicono? Me lo merito? Ogni tanto me lo chiedo. E mi domando: sarà vero? E se invece fosse tutto un bluff? Accade di essere sopravvalutati e a forza di sentirsi elogiare per La Donna Cannone o per Rimmel, finisci per credere a quel che ti dicono». Paolo Sorrentino ha raccontato di come dopo l'Oscar, l'atteggiamento nei suoi confronti sia cambiato. «Magari un po' anche il mio nei suoi confronti. È inevitabile. Temi che il successo cambi l'altro e lo irrigidisca. Ti rapporti con lui attraverso uno specchio che prima non esisteva. Non lo guardi più come prima. È accaduto anche a me». È stato difficile essere De Gregori? «La parte complicata è arrivata dopo aver conquistato il grande pubblico. Certe amicizie si sono inquinate e i gesti di prima- il semplice mandare al diavolo qualcuno, una delle basi della dialettica- sono stati interpretati alla stregua di un manifesto che dimostrava che ero cambiato. Non è più lo stesso- dicevano- si è montato la testa. Probabilmente, a forza di sentirmelo dire, un po' stronzo in quel periodo devo essere anche diventato». Era invidia? «Anche. E non ci puoi fare niente, se non attraversare quella fase cercando di mantenerti consapevolmente sdoppiato. Dopo essere diventato un cantante famoso vieni messo in una luce diversa e sei persino ingiustamente odiato da alcuni amici, anche se continui ad andare con loro nelle stesse pizzerie che frequentavi prima. Un po' ho sofferto, ma non è che non ci dormissi la notte. Anche perché, ad essere sinceri fino all'osso, c'era comunque il compiacimento personale per avercela fatta». Perché alcuni amici la odiavano? «Fino a quando le mie canzoni piacevano molto a un ristrettissimo numero di persone, tutto andava bene. I membri di una minuscola élite intellettuale apprezzavano il povero cantante che scriveva cose meravigliose comprensibili solo a loro, certi che tanto non ce l'avrebbe mai fatta. Quando il pubblico si allargò e da 30 persone passai a 3.000, subii un un processo di svalutazione perché piacevo anche al volgo. Il meccanismo mi era già molto chiaro all'epoca, e psicologicamente quella consapevolezza mi salvava la vita. Non sono io che sono cambiato, siete voi che siete diventati orrendi- pensavo- io continuo a scrivere le stesse cose». Il suo ermetismo era voluto? «No, assolutamente. Erano canzoni incuranti della comprensibilità, le scrivevo come mi andava, non mi importava che si capissero o meno, ma non è che inseguissi l'ermetismo. Per tutta la prima fase della mia carriera ho pensato: Me ne frego del pubblico, prendetemi come sono, non c'è niente da capire e se non mi capite, peggio per voi».
Poi cosa è accaduto? «Ho cercato la semplicità, mi sono evoluto, ho cambiato linguaggio e poi forse ho sentito il bisogno di essere meno contorto, anche sul piano della melodia. Quando non è più un hobby, ma un lavoro, al pubblico devi arrivare. Essere compresi per un artista è importante». Cosa le ha tolto il suo lavoro? «Il professionista si alza, va in ufficio, torna a casa tardi e inevitabilmente sottrae qualcosa agli affetti. Io ho viaggiato di notte per spostarmi e suonare da una città all'altra, ma non vedo differenze. Il mio è un mestiere come gli altri, solo più pittoresco». Da giovane guardava all'epica maledetta della tradizione americana? Le piaceva tirare tardi e far mattino per dirla con Guccini? «Forse per un paio d'anni, quando ero un animale solitario e non avevo rapporti stabili. Mi sono divertito un po', senza mai cavalcare l'estetica dello sbando. Nelle biografie di Dylan che ogni tanto mi diletto a leggere, scopro che sulla sua vita, con tanto di fuga da casa, aveva raccontato episodi del tutto inventati. Io non ho mai avuto la tentazione di inventarmi una storia, mi va benissimo quella che ho. Se dovessi mai un giorno scrivere la mia autobiografia, non potrei richiamare nulla che si avvicini a James Dean». Perché? «In Italia? Cosa vuole? Quali sono le avventure di un giovane artista italiano? Cosa vai a inventarti? L'infanzia a Pescara, con un padre bibliotecario e un ragazzino che si scotta sulla spiaggia bianca e lunghissima, non equivalgono al mito della frontiera». A Pescara lei abitò dai 2 ai 9 anni. «Abitavo vicino al mare e in acqua, con le telline che potevi pescare con le mani e poi mangiare direttamente a riva, trascorrevo 4 mesi l'anno». Suo padre Giorgio era bibliotecario, sua madre Rita, insegnante. «Due grandi liberali che hanno protetto con amore me e mio fratello Luigi. Gente sobria e appassionata al proprio lavoro. Mamma, bellissima moralmente e fisicamente, si sbatteva per 16 ore al giorno. Correggeva compiti e preparava lezioni. Ogni tanto mi fermano i miei coetanei e mi parlano di lei: Lo sa che era la mia professoressa alla Trilussa?» Suo padre invece? «Se avesse potuto scegliere, avrebbe voluto che facessi il suo mestiere. Un mestiere più utile del mio, ma almeno per me, meno divertente. Né lui né lei, che avevano ricostruito però mi hanno mai impedito di inseguire i miei sogni. In fondo ero un bravo studente, non mi drogavo. Avrò fumato in tutto due canne in 66 anni, ma posso sempre cominciare domani» (Ride) Che rapporto ha con la memoria? «Intanto ho da sempre pochissima memoria. Dimentico le cose importanti, ma dimenticarle mi aiuta a essere disincantato nei confronti della vita. E' come se accettassi che tutto può essere dimenticato. Forse il dato sottintende che niente è stato così importante da essere scolpito nella memoria o messo dentro un album». Forse anche che non ci sono stati grandi dolori. «Evidentemente no, o forse sono soltanto riuscito a rimuoverli proprio come dicono avvenga con i dolori del parto. Ma non sono una donna e sul tema non posso legiferare». Per anni lei è stato riottoso a concedersi, oggi sembra sorridere molto di più. Apprezza Zalone, va in tv da Maria De Filippi. «Trent'anni fa non ci sarei andato. Mi sono addolcito. Ho avuto il mio periodo forastico, quando pensavo che la scarsa socievolezza preservasse la mia autonomia e il mio modo di essere. Vado ad Amici anche se non è la mia tazza di tè preferita e so che devo accettare la possibilità che esista un linguaggio che appartiene a quel programma. Posso chiedere degli aggiustamenti, ma non posso neanche pretendere che si faccia come dico io». Lo chiamerebbe compromesso ? «Solo realismo e buona educazione. L'autonomia però l'ho mantenuta. Se De Filippi mette un elemento scenografico, un letto rosa che non mi piace e di fronte al quale non me la sento di cantare, lo dico chiaramente». Non mi ha detto perché va ad Amici però. «Perché è il mio mestiere e perché magari voglio conquistare un pubblico che pensa che sia solo un barbuto guevarista degli anni 70 e dopo Rimmel non abbia più scritto niente di importante. Avere 66 anni mi consente di farlo con leggerezza». Il più grande talento che ha incontrato? «Lucio Dalla. A prescindere dall'amicizia e dal fatto che in certi periodi non siamo stati neanche tanto amici». È vero che soffriva l'istrionismo di Dalla durante la prima tournée di Banana Republic? «Lucio era sovrastante, era molto diverso da me, era immediatamente simpatico. Io no, avevo un altro ruolo. Lui saliva sul palco e prendeva molti più applausi di me. Tre quarti dello stadio lo invocava e un po' soffrivo. Dalla era abile a giocarsela sta cosa, un po' ti voleva fregare. Io lo sapevo e la sua inclinazione non ha mai scalfito la nostra reciproca ammirazione: vera profonda, sostanziale. La rivalità esisteva. La soffriva anche lui. Per quello che rappresentavo. Sotto quell'aspetto, era geloso di me. Mi chiamava il principe, mi addebitava una certa alterità». Poi ci fu il caso de L'Espresso. «Quel giornale, che aveva messo Pasolini sul letto dell'obitorio in prima pagina nel novembre del 75, non mi era mai stato simpatico. Quando Michele Mondella ci informò che Giorgio Bocca sarebbe arrivato a Pescara per intervistarci e fare una copertina su di noi andai da Dalla e gli dissi: Non lo facciamo, L'Espresso, vero?. Lui mi rassicurò: Ma certo, fratellino. Poi andò a cena con Bocca e mi ritrovai L'Espresso con il solo Dalla in copertina come fenomeno dell'estate 1979. Io nel pezzo ero del tutto ignorato o quasi, fatta eccezione per un giudizio di Lucio, una cosa del tipo: De Gregori vive in un empireo tutto suo. Mi arrabbiai e la mattina dopo gliene dissi quattro, ma il mio ricordo di quel tour rimane splendido». Dalla lo fece con animo da Candide? «Macché, non eravamo Candide né io né lui. Bisogna provare a dire la verità e non essere manichei: se si può discutere Benedetto Croce, lo si può fare anche con Dalla o De André». Il suo ultimo disco si intitola Sotto il vulcano. È una metafora? «Non siamo sotto il vulcano, ci siamo proprio dentro». ________________ Malcom Pagani (le foto sono del Messaggero.it) http://spettacoliecultura.ilmessaggero.it/musica/francesco_de_gregori_intervista-2340971.html
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Scusa Francesco, se ti ho rubato rubini puri dalle tue tasche.
Scusa Francesco, se ti ho rubato la cioccolata dalla tua bocca. come se il tempo fosse uno schiavo e noi due aquiloni strappati che non volano più.
Francesco. Scusa Francesco, proviamo ancora e con le ali spezziamo il filo, come se il tempo fosse un destino e noi due bersagli lontani che non cadono più. Francesco. Vedi Francesco, possiamo ancora, suoniamo ancora, l'ultima volta. Senza rimpianti, senza paura. Come due amici antichi e nient'altro di più.
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