https://www.iltitanic.com/2024/063.jpgNel 2025 Francesco De Gregori festeggia i 50 anni dell'uscita di Rimmel, il suo quarto album in studio pubblicato nel 1975 e divenuto una pietra miliare della musica italiana.

Per celebrare questo capolavoro che ha segnato intere generazioni con brani indimenticabili come Pablo, Buonanotte Fiorellino e la stessa Rimmel, da ottobre 2025 il cantautore romano intraprenderà un tour dedicato all'album Rimmel 2025 - Teatri Palasport club.

Il tour inizierà nell'autunno con una serie di concerti nei teatri italiani, in programma tra ottobre e novembre, per poi proseguire nei palasport di Milano e Roma a dicembre dello stesso anno.

Per chiudere questo viaggio musicale, a gennaio e febbraio 2026, De Gregori si esibirà nei club, riportando la sua musica in un'atmosfera più intima e raccolta.

Il pubblico avrà così l'opportunità di vivere le emozioni di Rimmel e del vasto repertorio del cantautore in contesti diversi, passando dalla magia dei teatri alla potenza dei palazzetti, fino all'atmosfera intima dei club che creano una connessione diretta e spontanea tra musicisti e spettatori.

Le prevendite saranno disponibili da venerdì 6 dicembre, alle ore 16.00, su Ticketone e nei circuiti di prevendita abituali.

l tour è prodotto da Friends & Partners, per le informazioni www.friendsandpartners.it.

fonte ANSA

 

De Gregori, per celebrare Rimmel concerto evento a Verona - RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

La Stampa - «La musica è pericolosa», diceva Federico Fellini. E lo dice  anche Nicola Piovani, compositore, pianista e direttore d'orchestra con una  lista lunga così di premi in carriera – il

 

 

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Torna “Natale nelle Grotte”, l’evento che porta artisti e cantanti nella Caverna della Grave. Tra gli ospiti in programma Pupo e Rossana Casale e il 19 dicembre chiusura speciale con Frhttps://www.iltitanic.com/2024/cast.jpgancesco De Gregori, Pupo, Carlo Amleto, Rossana Casale e Mario Rosina e Francesco De Gregori. Sono i nomi degli artisti che arricchiranno il Natale di Castellana Grotte.

Non è la prima volta che De Gregori canta in Puglia, ma la suggestività della cornice ed il dialogo pianoforte/cantante, hanno reso lo spettacolo di ieri sera, un unicum. Come i grandi artisti ogni concerto è uno spettacolo a sé: De Gregori crea ogni volta ex novo la scaletta dei pezzi, sempre diversi tra un concerto e l’altro e, ad ogni versione aggiunge o toglie qualcosa. Si diverte a suonare l’armonica, interloquisce con il pubblico con la consueta sobrietà, gli onnipresenti occhiali e cappello, non una parola di troppo: come chi scrive e canta poesie. Perché, come tutti i poeti, De Gregori non spreca le parole, ma le sue parole sono sassi e restano nelle orecchie e negli occhi del pubblico che, dopo tanti anni ed in maniera trasversale, canta le sue canzoni. Il Principe ha composto e cantato brani legati ad un momento personale, come Pezzi di vetro, storia di amore e tradimento o politico/storico, come Generale, infilando parole di piombo sui concetti universali legati alla guerra, o La leva calcistica della classe 1968, in cui parla di un ragazzo che si approccia al mondo del calcio e prova le emozioni di chi si avvicina a quello che ama, mettendo in gioco sé stesso. Ogni volta ascoltarlo è un privilegio, ed ogni volta, al senso che l’artista ha dato al suo pezzo, o all’ispirazione del momento, ognuno di noi aggiunge il proprio, così come avviene per le vere opere d’arte.

De Gregori, come le Grotte di Castellana, sanno di buono e di magia e, per noi, c’è la certezza che: “Sempre e per sempre, dalla stessa parte li troveremo”.

Rossana Rignani  https://www.lsdmagazine.com/2024/12/20/de-gregori-nelle-grotte-di-castellana-sanno-di-buono-e-di-magia/

 

grazie ad Alessandro Lonoce per il gentile omaggio al Titanic

 

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I ricordi giovanili in musica sulle note di Francesco De Gregori e le “Storie bastarde”, altrettanto giovanili, ambientate a Ostia. Questi i due appuntamenti che propone per il prossimo fine settimana il teatro Nuovo Sala Gassman.

Si comincia venerdì alle 21 con l’unica replica di “De Gregori & Me”, lo spettacolo di teatro-canzone scritto e interpretato da Alessandro Corazzi, accompagnato dai testi e dalla musica dal vivo della band capitanata da Luigi Zauli. Un tuffo negli anni ’80 e ’90, quello proposto dagli autori, punteggiathttps://www.iltitanic.com/2024/062.jpgo proprio dai brani di De Gregori nel periodo probabilmente più fulgido della sua produzione. Canzoni che fanno da sottofondo alle esperienze vissute e raccontate da Corazzi&Co in una serata che promette suggestioni ed emozioni per i tanti estimatori del grande cantautore romano.

Sabato e domenica, sempre con inizio alle 19, ancora Roma protagonista, questa volta nella sua parte marinara, cioè Ostia. Fabio Avaro porta infatti in scena “Storie bastarde”, spettacolo tratto dal fortunato libro di Davide Desario, giornalista de “Il Messaggero”, successivamente direttore di “Leggo” e attualmente a capo dell’agenzia “Adnkronos”. In questo caso le vicende narrate sul palco risalgono al periodo tra il ’70 e il ‘90 e riguardano la crescita di un ragazzo in una realtà difficile come quella di Ostia. Si parte da subito dopo la morte dello scrittore Pier Paolo Pasolini, trovato cadavere all’Idroscalo, per raccontare la crescita di un adolescente che diventa adulto attraverso esperienze di strada, di comitiva, di vita priva di schemi in cui i rapporti tra i protagonisti sono diretti e senza ipocrisia. Il tutto arricchito dal dialetto romano e da divertenti personaggi provenienti da varie regioni italiane, trapiantati a Ostia e divenuti popolari proprio grazie al loro particolare slang.

https://www.bignotizie.it/al-gassman-la-musica-di-de-gregori-e-le-storie-bastarde-di-ostia/

 

 

Il voto come “atto sacro”, da Nervi l’appello di Don Valentino contro l’astensionismo: “I genovesi mugugnano, ma alla fine scelgono”

Le parole di De Gregori, la tessera elettorale che diventa “lettera d’amore” e quella critica all’esposizione mediatica del caso Toti: “Troppo martellamento, come per la guerra e il terremoto”

 

Con l’avvicinarsi della due giorni elettorale del 27 e 28 ottobre torna a farsi largo il timore dell’astensione, quella marea silenziosa di liguri che non andranno a votare, la platea dei disinteressati dei cui ogni candidato parla, ma a cui ogni candidato mira.

Un mondo quasi invisibile al quale si è rivolto anche don Valentino Porcile, parroco di ‘San Siro’ e ‘San Giuseppe e Padre Santo’ a Nervi. Questa mattina a messa ha scelto le parole di Francesco De Gregori che in ‘La storia’ si è prodigato in una sorta di preghiera laica per il Paese. L’ha fatta sentire in chiesa, ha impresso le parole del testo sul volantino distribuito tra le panche e ha aggiunto, scrivendo di pugno vicino alla riproduzione della sua tessera elettorale: “Questo è il documento che più di tutti è segno di democrazia, votare è il gesto più sacro che noi come cittadini possiamo compiere. Un diritto da avere, un dovere da compiere. Spero che perda l’astensionismo. Io vado e ti invito ad andare”.

Don Valentino ha affidato a quel volantino il compito di risvegliare coscienze, il brano di De Gregori diventa, in quel momento, un canto di speranza. https://www.iltitanic.com/2024/nervi.jpg

“Ogni volta che ci sono elezioni - aggiunge al nostro microfono Don Valentino - invito sempre a votare, perché vedo una scarsa affluenza. Dobbiamo farlo per senso civico. Questa volta l’ho fatto una settimana prima, c’è bisogno di tempo e vedo delle incertezze”.

Il cuore dell’iniziativa, però, è tutto in quell’immagine presa dal film ‘C’è ancora domani’ di Paola Cortellesi: la tessera elettorale come una lettera d’amore. “Un messaggio bellissimo - aggiunge don Valentino - ogni tanto propongo qualcosa che va oltre la liturgia, come questa canzone. L’ho fatta ascoltare in chiesa dopo un pensiero per i bambini, e ho visto reazioni positive.”

Ma come ha vissuto il mondo parrocchiale la vicenda Toti e la strada verso le elezioni anticipate? “Ho seguito la campagna elettorale - aggiunge - mi è dispiaciuto vedere questo martellamento sulla questione Toti. Non ha fatto bene, né la vicenda, né il modo in cui è stata trattata. Ha prodotto un continuo senso di sfiducia nelle persone, un conto è il diritto di cronaca un conto sentirsi continuamente martellare, un conto è raccontare le cose, un conto è sovraesporre. Un po’ come quando succede per la guerra o per il terremoto”.

Ed è proprio questo l’allontanamento che don Valentino teme, quella distanza sottile tra il desiderio di partecipare e la voglia di lasciar perdere: “Ho visto persone che hanno reagito molto positivamente, senza disinteresse. I soliti commenti dei genovesi che mugugnano, ma alla fine scelgono. Per questo insisto sul fatto di andare a votare, le persone hanno chiaro quello che vogliono, ma tante volte si fanno prendere dalla gita fuori porta o da altri motivi”.

Domenica prossima, ripeterà il suo appello: “Dirò ancora di andare a votare, come un padre di famiglia. Mi sento parte di una comunità e dico che il voto è un diritto e un dovere che abbiamo”.

E, intanto, mette le basi per la sua prossima iniziativa: “Voglio fare qualcosa sul tema della violenza e voglio fare qualcosa di grande”.

https://www.lavocedigenova.it/

 

 

 

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Ieri sera, dietro di me c’era una coppia. Prima dell’inizio lui: “ora gli chiedo se canta “Pianista di Piano bar” (se, se…… ora i pottunu). Sai gioia, l’aveva dedicata a Venditti quando cominciò la sua carriera in quell’accademia romana che si chiamava…. amore, aspetta che vedo su Google, ah ecco: si chiamava Folkstudio”.

Avevo una gran voglia di girarmi e dirgli subito che si trattava del mitico locale di Cesaroni, che Francesco non è un jukebox, che la canzone si chiama semplicemente Piano bar e che la dedica a Venditti è solo una leggenda metropolitana.

Comincia il concerto. La scaletta dei 90 minuti, solo voce e pianoforte: I matti, Guarda che non sono io, La donna Cannone, Pezzi di vetro, Rimmel, Atlantide, Falso movimento, Pittori della Domenica, Cardiologia, Mannaggia alla musica, Sempre e per sempre, San Lorenzo, Generale, Pittori della domenica, Giusto o sbagliato, La storia, Santa Lucia.

All’inizio di ogni brano sussurro sottovoce a Daniele, che era accanto a me, il titolo di ogni canzone. Niente di eccezionale, perché chi segue davvero De Gregori conosce i nuovi arrangiamenti dei vecchi successi. Il signore dietro dietro di me, intanto, mi ascoltava. Ne arriva un’altra: appena Gaudiello suona il primo accordo, dico a Daniele “ecco Pezzi di vetro!”

A quel punto, da dietro sento quello lì che si rivolge alla sua compagna: “MINCHIA, I SAPI TUTTI!” 😂😂😂😂

(Il Nostromo)

 

 

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De Gregori special guest di “Mare liberum”, il festival di geopolitica dell’Associazione diplomatici

La Redazione | 5 Ottobre 2024 Sicilia

L’esibizione speciale di Francesco De Gregori al Metropolitan ha suggellato ieri sera a Catania la due giorni di “Mare liberum”, il festival di geopolitica giunto alla ottava edizione che prosegue oggi con riflessioni sui principali avvenimenti geopolitici internazionali dihttps://www.iltitanic.com/2024/diplo5.jpg cui parleranno esperti e protagonisti che dialogano con un pubblico ampio e con un attenzione particolare agli studenti. Folta infatti la partecipazione di liceali, anche dalla provincia di Messina.

L’impegno a rendere accessibili temi complessi, offrendo una visione plurima del mondo globale che viviamo. Una lettura dei fenomeni internazionali attraverso più forme d’espressione: giornalismo, politica, economia, letteratura, religione, fotografia, arte, teatro, gastronomia, sport. Comprendere la dimensione sovranazionale del Mediterraneo per riconsiderare la centralità dell’Europa, tra Est e Ovest, tra Nord e Sud del mondo.

L’Associazione Diplomatici (ha sede a Catania in via Duca degli Abruzzi 180) è una NGO con Status Consultivo Speciale presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC) dal 2016. Da oltre 20 anni, attraverso una formazione complementare a quella scolastica e universitaria, ha preparato oltre 50.000 studenti di tutto il mondo sui temi dell’attualità e delle carriere internazionali i quali hanno poi preso parte ai Forum internazionali organizzati da Associazione Diplomatici in contesti istituzionali in Italia e all’estero.

https://www.lecodelsud.it/

 

 

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https://www.corriere.it

 

 

https://www.iltitanic.com/2024/outoff.gifDal 29 ottobre al 23 novembre 2024 FRANCESCO DE GREGORI terrà 20 concerti al Teatro Out Off di MILANO con lo spettacolo “Nevergreen (Perfette sconosciute)”, un viaggio attraverso le “gemme” meno conosciute del vasto repertorio del cantautore.

Questa serie di live rappresenta un'occasione unica per il pubblico di vivere un'esperienza musicale in un ambiente raccolto, con una capienza limitata a 200 spettatori per serata. L'intimità del Teatro Out Off, un luogo storico fondato nel 1976, il primo spazio underground milanese, permette una connessione profonda tra l'artista e il pubblico, creando un'atmosfera ogni sera irripetibile.

Francesco De Gregori sarà accompagnato dalla sua band composta da Guido Guglielminetti al basso e contrabbasso, Carlo Gaudiello al piano e tastiere, Paolo Giovenchi alle chitarre e Alessandro Valle alla pedal steel guitar e al mandolino.

La scaletta sarà diversa ogni sera e non mancheranno degli ospiti a sorpresa, colleghi e amici che condivideranno con De Gregori una selezione di sue canzoni affascinanti, raramente proposte dal vivo, permettendo al pubblico di scoprire o riscoprire alcuni capolavori nascosti del repertorio.

De Gregori si esibirà tutte le sere, con una pausa ogni tre giorni. Di seguito le date: 29, 30, 31 ottobre, 2, 3, 4, 6, 7, 8, 10, 11, 12, 14, 15, 16, 18, 19, 20, 22 e 23 novembre.

Le prevendite saranno disponibili da oggi, giovedì 6 giugno, alle ore 18.00 su Ticketone e sui circuiti di prevendita abituali. Questa residenza a Milano segue il successo dei live del 2019 al Teatro Garbatella di Roma dal titolo “Off The Record”.

 

“Ballata per un amico”

Di Simona Orlando - https://www.rockol.it/news-744890/ernesto-assante-ballata-per-un-amico-concerto-roma-chi-ha-suonato

 

 ad Ernesto Assante sarebbe piaciuto il titolo dylaniano, lui che Bob lo ascoltava da sempre, lo leggeva in pubblico contro la guerra, ci faceva lezioni di rock. Anche se poi si accendeva per le novità, per la musica giovane che gira intorno, bella e brutta, una maratona chiamata così, interamente dedicata a lui, tre mesi dopo l’improvvisa scomparsa, ha riportato Assante a un che di familiare, come un ritorno a casa, all’imprescindibile, al fondativo, al motivo per cui iniziò a fare il suo mestiere. Un po’ a dire: puoi innamorarti di tutto, tollerare tutto, una volta che la musica ti ha messo al sicuro con Dylan.

Ieri, 2 giugno all’Auditorium Parco della Musica di Roma sono stati in tanti a ricordare il giornalista, traghettati da Gino Castaldo, la metà di una coppia professionale, il fratello scelto.

Se uno ascolta il testo di “Ballad For a Friend”, ci vede proprio Gino sul binario della ferrovia, derubato, triste, a guardare il treno che è partito e non tornerà indietro. Eppure, era tutt’altro che funebre l’atmosfera, perché Assante era un entusiasta, un sorriso su due gambe, e questo gli andava restituito.

«È una celebrazione, non una commemorazione» ha specificato Castaldo, spesso commosso, ma non a terra, circondato da affetto, “with a little help from my friends”, per restare in tema. Non erano presenti, ma si potevano tranquillamente sentire Carole King e James Taylor duettare su “You’ve Got a Friend“.

La serata, il cui ricavato andava devoluto all’AVIS, di cui Assante era donatore da anni, è stata fedele alle sue fissazioni, a partire dagli Who di “My Generation”, suonati dalla Mark Hanna Band, che già accompagnò dal vivo l’avventura rimpiantissima di Web Notte, iniziata fra le scrivanie della redazione di Repubblica.

A farla rivivere, il video di Pino Daniele che cantò “Quando” fra i visi increduli di chi stava in ufficio. Roba da rinunciare agli straordinari. E poi in chiusura, a far rivivere Pino Daniele, ci ha pensato l’omaggio doppio di Raiz.

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Giovedì 25 aprile, al Fictio di Chieti, c'è Luigi "Grechi" De Gregori. Un'occasione per raccontare, con il cantautore Paolo Tocco, tra storie e aneddoti, quello che è stato il luogo che ha dato i natali alla grande canzone d’autore italiana, il Folk Studio

Luigi “Grechi” De Gregori, fratello di Francesco, dagli anni ’60, esordendo con il nome d’arte Ludwig, ha iniziato la sua carriera come interprete del folk americano e cantautore, partendo proprio da quel leggendario Folk Studio di Via Garibaldi a Roma. Teatro che ha dato i natali artistici non solo a lui, ma anche a tutti i grandi esponenti della grande tradizione della nostra canzone d’autore, dallo stesso Francesco De Gregori ad Antonello Venditti, da Rino Gaetano al “nostro” Mimmo Locasciulli e ancora Giorgio Lo Cascio, Ernesto Bassignano, Edoardo De Angelis, Renzo Zenobi, Stefano Rosso e tantissimi altri. La leggenda narra anche di un giovanissimo Bob Dylan che passò di li a suonare (correva l’anno 1962).

A seguire, spazio alla grande musica d’autore tutta abruzzese. Parteciperanno Pierpaolo Battista, Francesco Costantini & Il Ponte Della Pietra, Matteo Di Battista, Matteo Di Clemente, Andrea Di Giustino, Farabola, Enrico Lombardi, Marlò, Christian Mascetta, Luca Mongia, John Ron Carpenter, Alfredo Scogna, Adriano Tarullo e Tony Turco. Un saluto arriverà anche da Paolo Capodacqua e Mimmo Locasciulli.

 

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In attesa dei due grandi eventi alle Terme di Caracalla di Roma il 5 e il 9 giugno con “De Gregori Zalone – Voce e piano (& Band)”, Francesco De Gregori è stato ospite a Radio2 Social Club. Il cantautore ha rivelato alcuni aneddoti legati alla sua gioventù: https://www.iltitanic.com/2024/037.jpg“Parlo degli Anni 70, avevo ritagliato una delle rare foto di De André che era ancora sconosciuto e la portavo dal barbiere per farmi fare i capelli come i suoi. Io avevo i boccoli, allora con il phon me li facevo stirare ma duravano mezz’ora”. Sempre sul cantautore ligure, De Gregori ha aggiunto: “Mi impose di cantargli la parodia che avevo scritto della ‘Guerra di Piero’, io ero agitato, lui si divertì molto, quindi o faceva finta o era un uomo realmente spiritoso”.

De Gregori ha anche duettato sulle note di “Come un anno fa”/”Vincent” insieme al conduttore Luca Barbarossa. “Ero un ragazzino di bottega in una piccola etichetta, – ha spiegato il cantautore – il produttore Micocci mi chiese di tradurre questo bellissimo pezzo inglese, ‘Vincent’, solo che non mi curai minimamente del testo originale e nemmeno capii che era riferito a Van Gogh. Allora non sapevo che l’avrebbe cantata Little Tony ma lui fu molto carino invitandomi a sentire l’incisione del pezzo in studio. C’era suo fratello Enrico al mixer con accanto una radiolina che avrebbe dovuto insospettirmi. Quando la Roma segnò Tony si strappò le cuffie esultando, tutto questo nel clima di questa interpretazione molto romantica e soft”.

Il discorso non poteva poi che virare sull’amico Antonello Venditti: “Fare più di 100 concerti insieme ha corroborato un’amicizia che non poteva mai interrompersi, visto che siamo nati nella stessa incubatrice, negli stessi anni. Eravamo come una cucciolata, questi ragazzini della scuola romana. Poi negli anni abbiamo perso strade differenti, ma lavorando insieme ho riscoperto tante doti umane, intellettuali e artistiche. Ne siamo usciti ancora più amici di quando la tournée era cominciata”.

Infine su Checco Zalone, suo nuovo partner musicale, ha detto: “È un grande pianista e ho capito questa cosa nei 10 anni in cui ci siamo frequentati, era normale che due persone che amano la musica si mettessero a fare qualcosa insieme. Il disco si chiama ‘Pastiche’ perché è un insieme di segmenti messi dentro un po’ a caso, tutto mischiato senza troppo rispetto per qualsiasi tipo di coerenza”.

Infine, un commosso ricordo di Giovanna Marini: “Era una donna libera”, ha detto De Gregori, “ha accettato di fare con me il disco Il fischio del vapore e accolto la sfida di cantare canzoni popolari arrangiate da una rock band, per la sua grande curiosità di musicista e il suo non avere pregiudizi, schemi o protocolli”.  

 

 

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