AGRIGENTO
- VALLE DEI TEMPLI - 21 AGOSTO
Dopo
un concerto di Ciccio,fatico a prender sonno per ovvi e strambi motivi,quindi
mi ritrovo a provare di raccontare abbastanza sinteticamente quel che è
accaduto dinanzi ai miei occhi questa sera.
Premessa:lo
odio visceralmente per avermi privato de "I Matti" e di "In
Onda",ma spero in serate successive,sempre che non lo faccia apposta,e
allora riuscirei persino a trovarlo simpatico.
Durante
le prove che ho la fortuna di sbirciare Intona Passato Remoto e Baci da
Pompei,con mia somma eccitazione e col fondatissimo sospetto che siano utili
ai concerti che verranno.
L'acustica è ottima,il pubblico numeroso ma abbastanza guardingo e
smorto,almeno per metà del concerto.
Ciccio canta da Dio,Cardiologia ti acarezza e ti scuote come poco,non è in
vena di parlare e alterna espressioni seriose alle solite movenze ancheggianti
e buffamente adorabili.
La Ballata dell'Uomo Ragno,mi dispiace dirlo,ma non mi è garbata
affatto,arrangiamento simil blues che priva la canzone del suo ritmo
incalzante ed ironico,in tono col testo.
Ad ogni modo mi ha incuriosito lo strumento a fiato suonato da Arianti che
ricorda molto quello che compare ne "La Domenica delle Salme" di De
Andrè,del quale non conosco il nome,vogliate perdonarmi.
Gambadilegno è sempre strepitosa,così come (per quanto mi riguarda) Sangue
su Sangue.
L'ultima parte del concerto piuttosto concitata e partecipata,e per il bis la
Platea si alza e si catapulta sotto il Palco.
Bel concerto,privo di alcune perle ma pregevole.
Come sempre la sensazione post-evento è svuotata di ogni serenità,per me;
accidenti a Ciccio,che è capace di toccare quelle corde là in
fondo,accidenti accidenti.
(Rossana - www.rimmelclub.it)
SIRACUSA
FONTANE BIANCHE - 20 AGOSTO
Ore
17: comincia il nostro pomeriggio degregoriano mio, del Pedruzzo e di due miei
cari amici (Salvo e Mario).
Dopo un viaggio di 45 minuti con 46 gradi di caldo arriviamo al Palalive di
Fontane Bianche e ci rifugiamo in un chioschetto per efrigerarci.
Ore 18 decidiamo di avventurarci verso il palalive e ci imbattiamo subito in
Daniele ed altri suoi amici. Purtroppo da questo momento inizia la nostra
odissea nel mare disorganizzativo del palalive.
Nonostante queste difficoltà riusciamo comunque ad occupare 3a e 4a fila. Nel
pre concerto (circa un'ora e mezza) Ale Valle si è seduto accanto a noi
allietandoci con la sua simpatia.
Ore 21,30: Ciccio sale sul palco. Sorride ed alza i due indici verso di noi
come suo solito. Nuova versione de La ballata dell'Uomo Ragno (ottimo inizio)
davvero spettacolare, divertente. Facciamo fatica a restar seduti. Poi via coi
nuovi pezzi come In Onda e L'Angelo ("non devi chiedere e non ti devi
domandare"), Cardiologia e La Linea della Vita. Chitarre elettriche in
mano, accordi hard rock e parte L'agnello di Dio, seguita da due brani
stupendi come Condannato a Morte ed I Matti.
Ciccio scherza e tra un brano e l'altro ci dice "Ecco di cosa siamo
capaci".
Comincia così la fase più travolgente del concerto: Vecchi Amici, La Leva
calcistica, Sotto le Stelle del Messico, La Valigia dell'attore ed Il panorama
di Betlemme. Tutti d'un sorso, uno dopo l'altro. La gente impazzisce,lo
acclama e lui dice "Va bene, Ok, adesso potete chiamarmi Ciccio"
Tuffo nella storia con Generale, Il Bandito e il Campione, Rimmel, L'Uccisione
di Babbo Natale, Titanic e la donna Cannone con Ciccio che ci fa cantare quasi
tutta l'ultima parte dicendo "Caspita, siete più bravi di me"
Buonanotte Fiorellino versione blues chiude la scaletta.
Ciccio dichiara di essere contento di stare in Sicilia e ci augura la buona
notte. Dopo nemmeno un minuto è sul palco per i bis: Un Guanto e La Storia.
Bellissima serata e scaletta davvero accattivante. Le mie uniche riserve
riguardano la mancata esecuzione di Celestino e Per le Strade di Roma ma debbo
dire che I Matti e La Ballata dell'uomo Ragno da sole valevano il prezzo del
biglietto.
(Alessandro
Noto - www.rimmelclub.it)
PIACENZA
29 AGOSTO 2006
Il
ricordo che ho della città che ha dato i natali a Barbara Chiappini, è assai
dolce: nell'Epifania dell'anno 2000 la mia trasferta solitaria al Garilli vide
un Milan sparagnino battere uno a zero i locali di Gigi Simoni. Segnò Oliver
Bierhoff e Albertini venne espulso; esordì un giovanissimo Gilardino, ma con
l'altra maglia. Torno a Piacenza oltre sei anni dopo, e ci son quasi tutti:
Strazzabosco e signora, Simone il giovine e signora, Marco, Francesca, Franco
Costa e Chicco; quasi tutti, perché Mary è bloccata dal mal di schiena
proprio la volta in cui il Principe fa visita a domicilio, e perchè anche le
groupies comasche -che sovente presenziano alle tappe padane- latitano. Ci son
quasi tutti, dicevo, e succede di tutto.
Appalto le foto. Abbandono gli aggeggi tecnologici in fondo allo zaino. Mi
ricordo anche di fare pipì prima dell'inizio. Stavolta voglio godermi il
concerto senza distrazioni, appollaiato sulla transenna come un'adolescente
mocciosa fan dei Take That, e guai a chi tenta di violare il mio presidio.
Scoccia un po' che si sappia già molto di quello che sta per arrivare, ma il
pensiero è scacciato dai gridolini eccitati di due morettine davanti a me e
dalla camiciuola salmone con la quale Francesco esordisce sul palco
piacentino, guadagnando il microfono col solito passo fortemente
caratterizzato e col novello look da deportato e via, il concerto tutto d'un
fiato...
Succede che si parte con la nuova versione de "La ballata dell'uomo
ragno" con Arianti JR. che suona uno strumento a metà fra il fischietto
che trovavi nelle patatine classiche San Carlo e il richiamo per le anatre.
Succede che "Cardiologia" mette ogni volta i brividi. Succede che
piove e non piove. Succede che becco un calabrese con tre nomi che vive a
Milano ed ha visto -in vita- più
concerti di me [un bel po' più di me]. Succede che Simone il giovane ha preso
a fumare. Succede che piove e non piove. Succede che Ciccio attacca
"L'angelo" e una cicciona tenta di arrampicarsi sul palco, col
Nostro che la guarda basito e col pubblico agghiacciato, finchè la sicurezza
non provvede a rimuovere il pachiderma: voleva cantare, porella: Strazzabosco
non crede ai propri occhi! Succede che "Numeri da scaricare" non
finisce mai. Succede che piove e non piove. Succede che a De Gregori parte una
corda della chitarra, che penzola mentre egli finge di suonare. Succede che
"Vai in Africa, Celestino!" non stanca manco a sentirla 1000 volte,
che salti il fosso, giri la ruota, spenga la luce o giri i tacchi. Succede che
quella davanti a me preferisce Fossati, l' amica no: per l'amica Ciccio è
come il Papa, mi confida. Succede che mangio 5 panzerotti uno via l'altro e
brindo a chinotto. Succede che mi guardo attorno e c'è un fottìo di gente.
Succede che piove e non piove. Succede che "Gambadilegno a Parigi" a
me piace, a Marco no. Succede che quello con tre nomi ha già fatto 128
fotografie. Succede che tocca a "Mayday" e mi vengono in mente le
riflessioni di Rinaldo sul testo "tutt'altro che scontato, tutt'altro che
banale". Succede che ormai piove e che Rossana sotto il cappuccio verde
sembra un gelato al pistacchio. Succede che per la prima volta "Compagni
di viaggio" con 'sto arrangiamento proprio non mi va giù. Succede che il
momento clou è "Vecchi amici" con cui il pubblico sbarella. Succede
che ormai piove e Francesco prosegue un concerto ad orologeria.
Succede che partono i classici: troppi, come sempre. Succede che "La
valigia dell'attore" con questo trasporto l'ho sentita di rado. Succede
che vedo per la prima volta "Alice" ...bagnata. Bagnata e
interrotta, perché ormai piove copioso. Succede che aspettiamo e scommettiamo
sulla ripresa o sulla nanna anticipata. Succede quella cosa che ho provato
allo stadio quando diluvia e l'arbitro chiama a sé i due capitani e fa
rimbalzare il pallone per testare il terreno. Succede che calano i teloni
perchè -si sa- corrente elettrica e acqua piovana non son mai andate
d'accordo. Succede che passa quasi mezzora così. Succede che anche il rocker
indigeno di fronte a me che assomiglia a Montero abbandona la nave e guadagna
la macchina sacramentante e inzuppato. Succede che a un certo punto, mentre
aspettiamo che spiova, Ciccio esce dal camper e dà un bacetto in fronte a
Rossana che a momenti mi sviene. Succede che poi lo stesso camper se ne va, e
con lui le speranze di una coda, di un bis, di sentire per me finalmente
"In Onda", "I matti", "Baci da Pompei".
Ci riproverò a Vicovaro, Giove Pluvio Fottuto permettendo.
VICOVARO
- 9 SETTEMBRE 2006
Partecipare
ai raduni,per uno come me,è diventato ormai un rito cui non si può
rinunciare.Il discorso è sempre quello:poco vale il concerto di turno (tanto
le canzoni più o meno sempre quelle sono..per noi che ne sentiamo 4 in tre
mesi) ma fondamentale ed essenziale è qualunque cosa circondi l'evento
canoro.
Il viaggio,la strada,l'autogrill,il CD mp3 tra Bonocore e Michael Jackson,l'itinerario
di ViaMichelin.com,la compagnia di Pippina e Checchina,il valigione di Serena
(come se viaggiassimo in 4) ,l'ormai mitico Bar Brasile e la Birreria Peroni
chiusa,i saluti di rito e le nuove facce da stampare nella mente
(Annalisa,Alessandro..).Gli insossidabili,indistruttibili,mitici,eroici
gladiatori Rimmelclubbiani (Lupus,Daniela,il Noto,Serena,il Barbagianni e
Rosss,Marina,Antonella,Ale Pezzivetro,Pedruzzo)e un carico di emozioni ancora
tutte da provare e raccontare!
Questi momenti sembra non arrivino mai ma poi,una volta lì,come niente
passano in fretta che manco te ne accorgi,quasi la Storia voglia evitare che
le emozioni si prolunghino nel tempo ma anzi si concentrino in attimi intensi.
Così passano via veloci il pranzo all'osteria,la dislocazione di noi pazzi
individui nelle autovetture direzione Vicovaro,la fermata alla metro di
Rebibbia dove ci attende Vanilla e via di corsa verso Vicovaro!
Le nuvole scompaiono e anzi sbuca la luna...e dunque si potrebbe cantare.La
Band non fa le prove e così Gianmario Lussana sostituisce agli uomini
musicisti le basi registrate dei singoli strumenti...mentre Frank con la
chitarra si ritrova a suonare Vecchi Amici accompagnato dal rullante della
batteria.
I cancelli si aprono e via direzione transenna,già occupata dai fanatici
Pedruzzo,Marina,Pippina...io che oramai sono un fans di Anna Tatangelo mi
apposto subito dietro e corro subito a pigliarmi un paninazzo che la fame è
assai.
Si salutano i musici (Paolo e Alessandro "Steel Guitar"
all'ingresso,Ale Svampa a bordo palco oramai esausto nel vederci sempre sempre
sempre a ogni concerto tanto da dire "Aho....ve li pago io i biglietti...dateve
na calmata!!! )mentre l'ora F si avvicina.
Velocissimo Sound Check sulle note della Ballata dell'Uomo Ragno e via tutti
sotto i gazebo a preparare la scaletta.
Il concerto fila via liscio:m'aspettavo di più forse perchè piacevolmente
sorpreso dai live di Pontinia e Ripacandida.
Qui ascolto per la prima volta la nuova veste de LA BALLATA DELL' UOMO RAGNO
che scappa via nell'ambulanza (ottima performance,bellissimo arrangiamento)e
la sempre splendida LA VALIGIA DELL'ATTORE (con Ale Valle all'acustica).
Mancano i pezzi acustici che a me tanto piacciono (CALDO E SCURO,COMPAGNI DI
VIAGGIO...vero Annalisa? ,IN ONDA)ma nei bis finalmente arriva il capolavoro
di NIENTE DA CAPIRE (mi ripeto....non modificatela:è perfettamente sublime).
Ciccio ringrazia "col cuore in mano" (forse lo stesso che appunto
gli ha impedito di cantare Cardiologia)e scappa.Le luci si spengono e rimane
,tra pagine chiare e nessuna scura,ancora un ennesimo ricordo per un ennesimo
incontro,immortalato dallo scatto con il mitico striscione!
La stanchezza si impossessa di noi ma l'intenzione di chitarrare pervade
alcuni della comitiva:si arriva a Villa Borghese ma inspiegabilmente - mossi
da non so quale condottiero - vaghiamo per le strade di Roma tra nervi che
fanno le bizze e piedi come fornaci...
Saluto e risaluto in preda al sonno,m'incammino coi compagni di camera verso
l'originalissima casetta giallorossa dell'amico Lupus (complimenti davvero per
l'arredamento e per l'angolo multimedialcanoro!!!).
E vado....In coma....silenziosamente...e la mia mente sogna....di rivivere al
più presto le emozioni di questa bellissima giornata!!!
Grazie
a tutti,di tutto!
Frank
(www.rimmelclub.it)
NAPOLI
- 30 SETTEMBRE 2006
Di
seguito un breve resoconto della serata da parte dell'amico Antonio Piccolo...
In una piazza ampia e storica come Piazza Plebiscito il comune di Napoli
regala un assortimento alquanto strano. Presenti sul posto con sei ore di
anticipo rispetto all'evento che ci interessa [il concerto di Pino Daniele, De
Gregori e Fossati, sperando in qualche duetto] dobbiamo sorbirci
l'accostamento meno azzeccato della storia dopo Briatore-Campbell: la festa
dei 30 anni di Radio Kiss Kiss. Abbiamo l'onore di essere in prima fila a
guardare una decina di panzoni che mettono una musica tamarra, invitano il
pubblico a riti collettivi di dubbia intelligenza, mentre dietro siamo
calpestati dagli scalmanati che vanno in visibilio per dj come Pippo Pelo.
È
un incubo, sembra di essere in un film di Muccino. Dopodichè arriva Pino
Daniele [mai atteso con tanta ansia] che, dopo averci fatto ben sperare con un
interessante per quanto ibrido set con Toni Esposito alle percussioni, chiama
a raccolta la band per rifilarci tutto il suo repertorio ruffiano e senz'anima
degli ultimi quindici anni. Sgradevole come pochi, fa andare tutti di fila
pezzi come "Che male c'è", "Dubbi non ho", per poi
chiamare Giorgia [tanta tecnica e zero anima] con cui frantuma la bellezza di
"Napule è", fino ad abbassarsi a pezzi del repertorio della
cantante, tipo "Come saprei" e altri capolavori simili. Gli dà il
cambio De Gregori ed è tutta un'altra musica: coinvolgente, sound
impeccabile, canta benissimo. Addirittura, in una settimana già cambia
qualcosa: Giovenchi -che a Presenzano era stato purtroppo in ombra- si apre e
ci regala tutta la sua arte [su "Numeri da scaricare" e "Mayday"
è eccellente]. Arianti ha una dimenticanza su un assolo di fisarmonica su
"Sotto le stelle del Messico a trapanàr", ma capita. Visto che non
è un concerto per conoscitori, dalla settima canzone [Rimmel] fino alla fine
c'è una serie di classici. Troppo sentiti, ma la colpa è nostra: va detto
per la cronaca che una mia amica m'ha detto qualche ora fa che con De Gregori
"ha pariato troppo" [cioè si è divertita molto]. In effetti, è
stato divertente e divertito, anche se senz'altro non è la migliore
performance a cui assisto. Conclude Fossati, arrangiamenti magistrali che
risentono molto del sound del suo ultimo disco: un rock un po' "santanizzante".
Anche lui fa tanti classici e non saprei dire proprio quando ha dei picchi,
visto che la band è un orologio: "Ventilazione",
"Panama", "La pianta del tè", "La musica che gira
intorno", "I treni a vapore", "La canzone popolare",
"C'è tempo", etc.
Bella serata, però gli impietosi artisti non c'hanno regalato neanche un
duetto. Forse valeva più la pena sentire distintamente in tre occasioni
diverse [anche se per Pino Daniele è consigliato un viaggio nel tempo per
tornare agli anni '80].
(Antonio Piccolo) (www.ilbarbaganni.com)
B.LIVE
- ALL MUSIC - ALCATRAZ MILANO - 26.10.2006
Ieri
sera ho vissuto qualcosa di unico e difficilmente ripetibile. Io e
l'inseparabile Alice siamo andati all'Alcatraz di Milano per partecipare ad un
concerto gratuito di Francesco De Gregori. L'evento è stato registrato da All
Music e andrà in onda lunedì 9 novembre alle 21:00. Lasciando da parte le
cose finte a cui abbiamo dovuto partecipare (applausi comandati, tenerezze
richieste, conduttori frivoli...), è stata una serata indimenticabile.
De
Gregori in gran forma: fin da subito saluta il pubblico, improvvisa scenette
con i musicisti, si diverte e fa divertire. Le canzoni sono molto curate e i
nuovi arrangiamenti sono eccezionali. Insomma, un gran bel concerto.
Alla
fine, posati gli strumenti e salutata la band, De Gregori si concede ad una
intervista da parte dei due conduttori, al centro del palco. Si sa, lui è uno
che parla pochissimo e, anche per questo, è un vero piacere sentirlo parlare
dal vivo; è un uomo molto intelligente, colto, che dice quello che pensa
fregandosene dei convenevoli che solitamente si fanno in televisione. Per
questo, non risparmia "frecciate" verso i conduttori (evidentemente
inconsistenti), facendo ridere tutto il pubblico.
Se
la serata fosse finita qui, sarebbe stata una serata stupenda. Invece, una
successione di eventi inaspettati l'hanno trasformata in un sogno realizzato.
Mentre
il locale si stava svuotando, prima di tornare a casa io e Alice siamo andati
in bagno. Nell'uscire dal bagno, ho visto una persona apparentemente familiare
che, dopo aver indossato un cappello (un borsalino bianco, come quelli che
indossa De Gregori), è scesa dal palco e si dirigeva verso di noi. Era
lontana ma dagli originali ciuffi di capelli che scendevano lateralmente dal
cappello mi sembrava proprio lui. Quando era a due passi da noi, non ho avuto
dubbi: Vinicio Capossela! Volevo fermarlo per conoscerlo, ma non avrei avuto
niente di originale da dirgli (a parte "sei un genio" o qualcosa di
simile), quindi ho evitato. Inoltre, aveva in mano un bicchiere di birra ed
era in evidente stato di ubriachezza, infatti quando l’ho chiamato «Vinicio!»
lui mi ha fissato senza dire nulla; fatto che comunque non mi sorprende, visto
l’originalità del cantante e delle sue canzoni. E’ stata comunque una
forte emozione vedere camminare Vinicio accanto a me, come una persona
qualunque.
Ed
ecco che, quando mi giro verso il palco, a momenti fatico a trattenere
l’emozione: afferro Alice per una mano e la trascino correndo giù per gli
scalini, verso un’uscita laterale. Lì, l’incontro: Francesco De Gregori,
intento a usare il suo cellulare, accompagnato da 4 o 5 uomini. Io grido «Francesco!»,
lui si gira, viene verso di noi, mi dice «Ciao» e mi porge la mano. Io
rispondo al saluto e gli stringo la mano. Rimango un attimo stordito. Sono
felicissimo, ma dopo poco mi accorgo che i secondi passano e io lo sto
fissando senza dire nulla. Penso: "Sto facendo la figura dello stupido.
Devo dirgli qualcosa, altrimenti se ne va". Poi penso: "chissà
quante persone gli hanno già detto le solite cose, come sei bravissimo, ti
seguo da sempre,… e suppongo che lui sia stufo di sentirsi dire queste
cose". Così non gli faccio alcun complimento e subito gli chiedo se
posso fargli una domanda. Al suo consenso, ricollegandomi all’intervista
precedente gli chiedo come sia stato possibile che il gruppo "Ufo
piemontesi" abbia recentemente inciso una loro versione de "La donna
cannone", che a parer mio è a dir poco scandalosa e irriverente. Lui mi
spiega i motivi per cui hanno potuto farlo senza richiedere il suo permesso.
Poi gli chiedo se l’ha ascoltata e risponde di no. La mia faccia assume
allora un’espressione disgustata e lui aggiunge «No, però mi basta la tua
faccia…». Poi ci salutiamo e lui esce dal locale.
Durante
il resto della serata, mi è rimasto stampato in faccia un sorriso.
Alice
ha commentato: «E’ stato bello assistere in prima persona alla
realizzazione di un tuo sogno: ho potuto leggere l’emozione nel tuo volto».
Che dire... sono innamorato di questa ragazza!
E’
stata una serata indimenticabile. E fortunatamente avrò l'occasione di
rivivere una parte di essa in televisione.
PS.
Stanotte ho dormito poco, perché continuavo a ripensare a quanto accaduto. Ho
solo un rimorso: non aver fatto alcun complimento a De Gregori. Se lo
meritava: è un grande uomo ed ha fatto un concerto perfetto. Spero che non ci
sia rimasto male.
Andrea
Turati http://winterlude-space.spaces.live.com/
10
FEBBRAIO 2007 - CUCCIAGO (CO) Palasport Pianella
Francesco De Gregori torna in provincia di Como, dove manca da una manciata
d´anni, per un concerto a favore della Croce Rossa Italiana: di primo acchito
direi subito che tanto il palazzetto (l´acustica lascia davvero a desiderare)
quanto il pubblico (ci si aspettava una maggiore affluenza) non sono all´altezza
della situazione ed è un vero peccato perché De Gregori e la sua band sono
oggi uno dei migliori spettacoli live che la musica italiana possa offrire.
Francesco sale sul palco alle nove e mezza, in giacca con l´immancabile
cappello, molto più in forma di come si è mostrato negli ultimi tempi: ad
accompagnarlo una formidabile band di sei elementi fatta di due chitarre,
pedal steel guitar, basso, batteria e tastiere. L´assetto lascia presagire un
concerto prevalentemente elettrico e rockeggiante (in realtà poi toni
elettrici ed acustici si bilanceranno) e l´inizio con "La linea della
vita", tratta dall´ultimo album "Calypsos", sembra confermarlo
come la seguente "Bambini venite parvulos".
Giusto il tempo di assestare il sound ed ecco i primi pezzi acustici: "In
onda" e una fantastica "Niente da capire" cancellano ogni
dubbio sulla grandezza di un cantautore che è ormai un monumento nazionale,
accompagnato da una band giovane, affiatata e davvero sorprendente.
De Gregori non dice una parola, ringrazia coi gesti e coi sorrisi: è contento
di essere qui e lo trasmette con la musica, alternando per due ore piene
grandi classici e canzoni più recenti, tratte da "Pezzi" e "Calypsos".
Ecco allora che insieme alle grandissime (e rigorosamente acustiche)
"Compagni di viaggio" e "La leva calcistica della classe
`68" trovano spazio "Numeri da scaricare" in chiave blues (con
tanto di armonica a bocca, che utilizzerà spesso) e una sorprendente
"Vai in Africa, Celestino!", per buona parte acustica salvo poi
terminare in un crescendo rock. Momenti topici dello show restano comunque i
classici: sfilano maestosi "L´Agnello di Dio", forse la canzone
più tirata della serata, una delicata ed elegante "Generale" (ben
lontana dagli accenti rock di Vasco), "La donna cannone" (che lascia
senza fiato: una menzione d´onore va al giovanissimo e dotato tastierista),
"Il bandito e il campione", l´immortale "Alice", "Titanic",
"Rimmel" e, a chiudere il tutto, "Buonanotte fiorellino"
riletta con armonica e chitarre elettriche. Due ore passano veloci, ancora di
più quando di fronte hai musicisti di livello veramente eccezionale: morto De
Andrè, forse è davvero De Gregori il punto più alto della canzone italiana
contemporanea.
Francesco, prossimo ai cinquantasei anni, ha una voce che toglie il fiato
(vedi alla voce "La donna cannone", "Compagni di viaggio",
"Rimmel") e la band che ha costruito negli anni è veramente
incredibile: affiatata, sorprendente, perfetta in ogni passaggio. A favore di
De Gregori gioca poi la versatilità: a differenza di altri, come Guccini, che
ripropongono da decenni lo stesso identico copione, riesce sempre a stupire
vestendo a nuovo ogni pezzo (abiti firmati, si capisce...), come quando è una
Stratocaster a suonare "Buonanotte fiorellino" e una chitarra
acustica a scandire il mondo in pezzi di "Vai in Africa,
Celestino!", che su disco ha una carica tutta rock. Quello del Pianella,
perfettamente calibrato tra vecchio e nuovo, tra acustico e rock, è stato
insomma un splendido viaggio in compagnia di un grandissimo della canzone
d´autore italiana: lunga vita a Francesco.
(da
www.ilbarbagianni.com)
BRUSIO
- 16 GIUGNO 2007
Francesco
De Gregori live al viadotto di Brusio (Svizzera)
passaggio
del trenino rosso del Bernina), si è esibito alla grandissima il cantautore
romano. Come sempre elegante, con l'inseparabile cappello, Francesco ha
strabiliato ed ha conquistato tutti, alternando sapientemente atmosfere
melodiche e delicate a momenti di rock-country nudo e crudo e molto pulito.
Ecco dunque che al di là delle solite gloriose canzoni storiche che lo hanno
reso celebre, alcune eseguite in maniera molto tradizionale, altre un po'
stravolte a ridarle nuova freschezza e vigoria, il concerto è stato
caratterizzato principalmente dai pezzi del De Gregori seconda e terza
maniera, dagli anni novanta in poi. Bellissime sonorità e straordinari
musicisti, che oramai lo seguono da tempo e che infatti dimostrano un'amalgama
ed un intesa estremamente trasparente. Svampa alla batteria è molto
versatile, Valli accarezza molti pezzi con la steel, Guglielminetti è il fido
compagno di una vita, oltrechè un bassista di valore certo, ma soprattutto
Lucio Bardi non ha bisogno di presentazioni come chitarrista acustico,
Alessandro Arianti è uno sbarbatello adolescente di notevole valore come
tastierista e fisarmonicista, e poi c'è lo strepitoso Paolo Giovenchi, che
con le sue chitare elettriche sforna incredibili momenti musicali.
Francesco è apparso in gran forma, sempre molto schivo e per nulla propenso a
scambiare impressioni con il pubblico, ha però mostrato un'invidiabile
giovinezza ed una voce molto pulita e calda. Fra i pezzi suonati, poco spazio
a quelli più politici, mentre molto variegata la presenza delle canzoni
d'amore. Mai banale, sempre pronto a ricercare nuove versioni, tutte piuttosto
convincenti, per i suoi brani, il buon principe ha concesso due ore di show
piene, volate via come un sogno che si è avverato per chi, come me, lo ha
inseguito da molto e sabato lo aveva a cinque metri.
E adesso non sa nemmeno scrivere granchè...
postato
da Gianlupo
(da
www.ilbarbagianni.com)
PRATO
23 LUGLIO 2007
recensione
del concerto di "minimamoralia"
Il mio primo concerto degregoriano senza biglietto acquistato in prevendita
[mi sono rotto di cacare 3-6 euro per diritti di prevendita di concerti in cui
non ci sarà mai il tutto esaurito] nasce con un po' di fiato corto visto il
ritardo e la solita strada sbagliata una volta arrivato a Prato. Percorro una
via lunghissima senza indicazioni per il centro e mi ritrovo in una Chinatown
lunga 3 km, in cui avrò visto al massimo due o tre visi italici, a fronte di
migliaia e migliaia di cinesi di ogni età e fattezza. Chiedere indicazioni mi
è sembrato del tutto superfluo. Ad ogni modo arrivo in largo anticipo, compro
10 euro di biglietto e mi viene da piangere se penso che non ho mai pagato
così poco, a parte i concerti gratis et amore. Mi sistemo in quinta fila
[seduto, che palle 'ste sedie] accanto alla signora, e attendo un'oretta e
qualcosa fino all'entrata del Principe. Ormai saluta il pubblico con fare
cardinalizio, sollevando quasi le tre dita per benedirci, ma è sempre bello
come il sole. "La ballata dell'uomo ragno" rieditata non mi prende
molto, la canzone non decolla, non è il country indignato della versione
originale. "Bambini venite parvulos" è il motivo per cui vedo i
suoi concerti, è la canzone che per motivi personali vibra e commuove le mie
membra, e mi ricorda da dove sono partito, ormai 16 anni or sono. Poi comincia
un triduo di canzoni "titaniche", molto apprezzato, con una "Titanic"
molto fedele all'originale, "il fuochista" forse un po' troppo
strumentato, e una "leva calcistica" che ormai, rispolverata da
tempo dopo anni di silenzio, sa sempre emozionarmi a parte la fastidiosa
chitarra elettrica di Bardi sul finale [che replicherà più volte queste
inutili distorsioni alla Solieri durante la serata]. "L'angelo" è
ben fatta, la sua voce solo a tratti vinta dalla strumentazione, mentre
"Un guanto" nella versione incriminata mi ha lasciato abbastanza
freddo. "Cardiologia" è il secondo punto di impatto della serata,
ormai nel recitativo De Gregori dà il massimo delle sue capacità vocali, ed
è un peccato che non lo applichi anche a canzoni del passato che ben si
presterebbero all'uopo, come "Pilota di guerra" o "Mimi
sarà". "Compagni di viaggio" è un capolavoro dei suoi anni
'90, ma la versione di stasera non rende, il ritmo valzeresco si imbroglia
troppo con la irrequietezza dei versi, e la canzone non decolla. "Mayday"
è un rock dylaniano di seconda classe, rispetto ad altre canzoni simili, la
versione è leggermente diversa dall'anno scorso, forse lievemente meno
ficcante. "Rimmel" e "Niente da capire" hanno il pregio di
un scelta minimale, omaggiante la versione dal disco, sopratutto la seconda,
dove l'arrangiamento è andato a risentirsi la versione pecoresca e l'ha
interpretata veramente bene. "Rimmel", rispetto alle orge
reinterpretative di anni addietro, fa impressione per la fedeltà
all'originale. "L'agnello di Dio" è il terzo momento forte. Una
versione potente, nella voce e nell'arrangiamento, davvero bella, forse la
migliore mai sentita dal vivo. "Numeri da scaricare": la scelta
rock-blues che smorza la versione di "Pezzi" troppo simile a "Meet
me in the morning" di Dylan è azzeccata, gradevole, finchè non decide
di cantarla, e lì il tutto diventa insopportabile. Se ne facesse una versione
solo musicale, andrebbe anche bene, ma così no. "Sotto le stelle"
è la solita canzone allegra, trascinante, che fa sempre piacere sentire e di
cui non ci si stanca mai. "Generale" si accoda alla scelta di
riproporre i classici in versione quasi originale, e per questa canzone che
ormai non mi regala più nessuna emozione, svuotata di significato per il
troppo risentire e il troppo ricantare, il pubblico, peraltro freddo come un
freezer, apprezza e fa il coro. "Celestino" trascina,
l'arrangiamento monta pian piano quasi divertendosi a rimandare il momento
dell'esplosione di tutti gli strumenti, la canzone è piacevolissima. "La
valigia dell'attore" è il consueto capolavoro di recitazione e voce, lui
è un po' troppo eclatane nei gesti, ha sempre l'aria di essere un po'
forzato, ma il risultato è comunque eccellente. "Alice", come
"Generale", "Rimmel" e "Titanic", esegesi fedele
dopo anni di versioni lisergiche. "Il bandito e il campione" è una
rottura, lo dico da sempre, i miei gusti hanno sempre assegnato a questo
country-rock piatto -e per questo per nulla degregoriano- una delle ultime
posizioni di gradimento. Il pubblico invece sembra apprezzare. I bis sono
quelli attesi, "La donna cannone", dove il pubblico va in visibilio
e le mie palle toccano il nadir, e "Buonanotte fiorellino", dove
l'armonica ormai dimenticata viene sfoderata per la seconda misera volta in
una sera, a ricordarci che è forse lo strumento che De Gregori usa meglio.
Che dire, è sempre un piacere incontrare un vecchio suonatore di chitarra che
ha scandito la tua giovinezza. Questo, al di là delle scalette sclerotizzate
e delle versioni non convincenti, è il motivo essenziale per cui lo rivedrò
sempre con piacere e non potrò non provare la stessa meravigliosa sensazione
di sentirmi a casa, dritto nel centro stesso del cammino di questi decenni.
Dario - Plato2005
BISCEGLIE
21 AGOSTO 2007
…e
alla fine ti ho incontrato, Giovane esploratore Tobia!!!
Forse, alla fine, dopo tanti concerti, nei quali le emozioni che Francesco mi
regala, al di là delle scalette ormai collaudate e stabili che, come direbbe
Lui, non ci si può cadere, l'emozione più grande resta quella di rivedere
vecchi amici e incontrarne nuovi, giovane e, questa volta anche esploratore:
Giulio!
Non è una novità, mi hanno detto gli amici che hanno assistito agli ultimi
concerti, la scaletta dei brani eseguiti ieri, ma la inserisco ugualmente:
Bambini venite parvulos Titanic L'abbigliamento di un fuochista La leva
calcistica L'angelo Un guanto Cardiologia Compagni di viaggio Mayday Rimmel
Niente da capire L'agnello di Dio Numeri da scaricare Sotto le stelle del
Messico Generale Vai in africa Celestino La ballata dell'uomo ragno La valigia
dell'attore Alice Il bandito e il campione Bis
La donna cannone Buonanotte fiorellino
Va
affermandosi ancora forte la scelta del genere che io, per nulla intenditrice,
definisco "energica" della esecuzione di gran parte dei brani, fatta
eccezione per quelli eseguiti con soli pianoforte e voce. E appare evidente lo
sconcerto di chi, dalle prime file ( spettatori che avevano acquistato il
biglietto per Milva, convertito poi con quello per De Gregori) si aspettava un
De Gregori tutto armonica e chitarra prima maniera. Noi no...e neppure i
tantissimi ragazzi, un vero e proprio tsunami che, all'improvviso, si è
riversato sotto il palco, spaccando l'atmosfera da teatro e restituendoci il
clima che a noi, come dice Frank, aficionados, appartiene.
Ma, a dire il vero, quel clima da teatro, forse non è proprio del tutto
estraneo a buona parte del concerto: Francesco in molti brani assume
atteggiamenti marcatamente teatrali, gesti che in passato accennava
goffamente, ora ha fatto suoi, insomma il futuro da attore, a mio avviso, è
prossimo! E così, La Valigia dell'attore, rappresenta il momento più
emozionante e alto di tutto il concerto.
E veniamo ai brani "valzerati"(non saprei in che altro modo
definirli), Niente da capire non è stata una novità, l'aveva già fatta
così e non mi dispiace affatto, ma, Alice, questa sì, a tempo di valzer non
me l'aspettavo, e che si fa...una volta era Buonanotte fiorellino a farci
ballare...! Ma ballare o non ballare, saltare o non saltare, dopo tutte le
amarezze dell'ultimo anno della mia vita, per me, l'importante è che...si
torni a cantare!
Un abbraccio
P.s. lascio a chi sa farlo o ha più tempo di me, ulteriori dettagli tecnici e
no sulla serata, io, anche se per poche righe, da fedele e ancora stabile
colonna di questo magico luogo, non potevo mancare all'appuntamento.
Pippina
Andiamo
con ordine,dunque.
Il forte vento condiziona l'acustica (perfetta) per chi come me decide di
accontentarsi del secondo settore rimanendo in piedi fin quando decidono (a
metà spettacolo) di aprire le transenne e farci arrivare tra il pubblico
seduto.
Pertanto non mi godo appieno BAMBINI VENITE PARVULOS (non la ascoltavo da tre
anni,forse) in apertura; Francesco introduce TITANIC dicendo "E adesso
cominciamo a divertirci"...a tal punto che ripete per 2 volte la strofa
"Ma chi l'ha detto che in terza classe...".
Seguono senza particolari entusiasmi,tra le altre,UN GUANTO,MAYDAY
(inascoltabile il coro) a differenza di LA LEVA CALCISTICA,L'ANGELO e COMPAGNI
DI VIAGGIO (Giovenchi in evidenza).
NIENTE DA CAPIRE è bella davvero eseguita così,con il solo in acustica di
Lucio Bardi che merita da solo l'intera canzone.
GENERALE segna l'arrivo dell'ondata di gente dalla periferia fin quasi sotto
al palco così da rendere l'atmosfera fino ad allora scialba quantomeno
partecipata.
De Gregori apprezza e fa segno a quelli della sicurezza di non rompere troppo
le scatole.
NUMERI DA SCARICARE è davvero una rottura interminabile (capisco si divertano
a suonarla...però vabbè...).
L'AGNELLO DI DIO ridona splendida carica rock al pari di VAI IN AFRICA
CELESTINO.
RIMMEL è Rimmel per cui rimane piacevolissima nell'ascolto.
Su tutte spiccano le esecuzioni di CARDIOLOGIA e LA VALIGIA DELL'ATTORE:quest'ultima
canzone viene eseguita magnificamente dal Nostro e dalla banda in un connubio
di gesti & sublime voce.Risultato esaltante.
Si prosegue con il walzer di ALICE e la divertente SOTTO LE STELLE DEL MESSICO,quindi
IL BANDITO E IL CAMPIONE.
Bis scontato con LA DONNA CANNONE (altra intensissima interpretazione) e
BUONANOTTE FIORELLINO.
Ringrazio i compagni di viaggio di questo concerto e soprattutto Alessandro
Valle con cui ho potuto scambiare più di due chiacchiere tra un sorso e
l'altro di birra,assieme a Gianmario Lussana e l'ottimo batterista Stefano
Parenti.
Frank
SAN
BARTOLOMEO IN GALDO 26 AGOSTO 2007
Nessuna
variazione in scaletta ma che serata!
Arriviamo tardi sul posto (alle 20) un pò per alcuni contrattempi, un pò per
la lontananza (davvero un paese sulle montagne, al ritorno ho visto due volpi
e un uccello che poteva anche essere un barbagianni ) ma riusciamo cmq a
guadagnare la seconda fila.
Il palco era proprio in mezzo a via Circelli in un posto davvero strano con
piccole gradinate a sinistra, l'attesa è poca con un disco di Grechi in
sottofondo.
Puntualissimi, De Gregori & band alle 22 cominciano con BAMBINI VENITE
PARVULOS uguale identica a quella del live "Fuoco Amico",
fiammeggiante. ("Ciao. Adesso ci divertiamo!" le parole dette da un
sorridente Francesco prima di attaccare).
Segue lo spettacolare trio di Titanic (TITANIC con Bardi in evidenza,
L'ABBIGLIAMENTO DI UN FUOCHISTA, LA LEVA CALCISTICA), L'ANGELO ("sono
venuto a sciogliere e non a tagliare" canta Francesco che mi sembra in
difficoltà in alcune parti essendo la tonalità in Sol forse troppo alta per
lui), UN GUANTO ("ad una gabbia senza chiave, ad un amore senza
vista").
Poi CARDIOLOGIA, davvero struggente, COMPAGNI DI VIAGGIO stupenda anche se
priva del riff di chitarra elettrica ma con l'armonica che compare per la
prima volta nella serata, e sempre da "Calypsos" MAYDAY, uguale al
disco ma che non sentivo da tempo e che ho apprezzato.
Prima di RIMMEL Francesco guarda sconsolato e divertito uno spettatore un
metro dietro me che continua a chiedergli Atlantide, segue NIENTE DA CAPIRE e
una splendida versione dell'AGNELLO DI DIO con Giovenchi in grande evidenza.
Poi NUMERI DA SCARICARE che continuo a reputare una gran bella canzone
("Tutto il mondo è paese e ti ci devi abituare"), la divertente
SOTTO LE STELLE DEL MESSICO A TRAPANAR con Arianti alla fisarmonica e una
lunghissima ma piacevole GENERALE.
Ed è qui che comincia direi il momento clou del concerto: VAI IN AFRICA
CELESTINO con sole 3 strofe ma con un crescendo strapitoso e con Celestino che
"taglia la torta" e "brucia tutto", poi LA BALLATA
DELL'UOMO RAGNO con Arianti al kazoo.
Ero molto curioso di ascoltarla per i recenti cambiamenti e le polemiche su
una possibile allusione a Veltroni ma Francesco ha fatto davvero il pazzo:
MAMMA C'HA IL CUORE TENERO E L'ALITO DI TUONO
CI GUARDA CON UN TELEFONO DALL'ULTIMO PIANO
PROMETTE UN CASTIGO MINACCIA UN PERDONO
SOMIGLIA
AL CAMAMBER (non ho capito bene ma è quel formaggio francese) MA è COME IL
MASCARPONE
HA GLI OCCHI DELLO SCHIAVO E LO SGUARDO DEL PADRONE
SI ATTEGGIA A RIN TIN TIN MA è SOLO UN RICAVONE (non garantisco ma è una
cosa simile cmq nè Mitterand nè Sarkozy)...
Dopo
questo colpo dell'Uomo Ragno completamente stravolta arriva LA VALIGIA
DELL'ATTORE strepitosa con gesti bellissimi di Francesco, poi c'è ALICE a
ritmo di valzer davvero particolare e il BANDITO E IL CAMPIONE con
Guglielminetti, Bardi e Giovenchi tutti assieme nei cori con Francesco. Escono
tutti fra gli applausi ma rientrano subito.
"Grazie a tutti per essere venuti, è un onore lavorare per voi,
bellissima città, grazie per l'accoglienza, ora vi suoniamo una vecchia
canzone d'amore": è LA DONNA CANNONE, peccato che non si sia sentita
bene per la troppa gente che cantava a volte disturbando anche Francesco. Alla
fine una bella scena con Francesco che si avvicina a Alessandro Arianti
dicendogli una cosa nell'orecchio, il pianista prima ride poi dice
"No" e poi un bel "Grazie"... chissà che gli ha detto
però un bel siparietto.
Conclude BUONANOTTE FIORELLINO che in questa versione rock blues con armonica
mi convince e mi trascina sempre di più.
In generale grandissimo concerto con un Francesco in gran forma molto più
protagonista con la sua chitarra e sempre sorridente, a volte proprio
divertito e che lancia qua e là plettri e armoniche(!!!).
Anche al band ha dato l'impressione di divertirsi con soprattutto Arianti e
Giovenchi molto sorridenti e con Bardi molto protagonista.
Alla fine ho beccato qualcuno di loro per qualche foto e autografo su Calypsos,
il principe no ma va benissimo.
Splendida serata, splendido concerto, buonanotte,
Pablo 1990
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